Il collettivo LUnA (Laboratorio universitario di autogestione) ha occupato l’Istituto Santa Giuliana, a Bologna, stabile che nel recente passato era stato al centro di una mobilitazione. Di proprietà della Chiesa della Congregazione delle Suore Mantellate Serve di Maria, lo stabile ospitava un asilo e un convitto, dove trovavano spazio decine di posti letto. La proprietà, però, ha deciso la chiusura finalizzata alla vendita.

Casa, l’occupazione all’Istituto Santa Giuliana, chiuso per speculare

«Abbiamo aperto per chi cerca casa, per chi è costretto a stare su divani, chi in AirBnb, chi per strada», spiega ai nostri microfoni uno degli attivisti.
La nuova occupazione si chiama “In/Out, dentro la città, fuori dal mercato”, poiché «è evidente che a Bologna ci sia uno scontro tra chi produce il tessuto sociale ed economico urbano e chi possiede case su case per affittarle su AirBnb, chi investe in studentati privati forti della connivenza con il governo, chi approfitta della disperazione di tanti per lucrare su un diritto fondamentale», sottolinea LUnA.

«È inaccettabile – continua l’occupante – vedere grandi spazi vuoti, pronti ad essere venduti al miglior offerente invece che essere adibiti a case degne per tutti». Nell’istituto, in particolare, ci sono 50 camere vuote per un totale di 72 posti letto, mentre la scuola è chiusa, gli insegnanti e gli alunni ricollocati.
Gli attivisti sottolineano il carattere speculativo della mossa della proprietà, che in questo modo «vuol fare cassa, dato che il mantenimento dello stabile non era più sostenibile». A fronte di questa decisione, il collettivo si chiede però chi potrà permettersi di comprare e rimettere all’utilizzo questo stabile.

«L’occupazione è dunque un’importante sfida politica alla città – sottolinea il collettivo, già protagonista dell’occupazione di Home – uno spazio in vendita è facile preda di chi ha grandi capitali da investire nel mercato immobiliare, ma sappiamo benissimo che l’iniziativa privata spesso lede l’interesse pubblico».
In questo modo si mette un granello di sabbia in un ingranaggio che sembra ormai collaudato perché anche i milioni di euro previsti dal Pnrr per la realizzazione di nuovi studentati sta finendo nelle mani dei privati. Eppure, tra i problemi di studenti e studentesse, quelli dei precari, ma anche quelli dei migranti stipati nel Cas di via Mattei, l’urgenza di soluzioni pubbliche e accessibili è grande.
Alle 16.00 di questo pomeriggio la prima assemblea della nuova occupazione.

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