Finite le lezioni e cominciata la pausa natalizia, studentesse e studenti fuorisede dell’Università di Bologna in queste ore si mettono in viaggio per tornare nel luogo d’origine e abbracciare la famiglia. Dopo il caro affitti, che sotto le Due Torri rende proibitivo trovare un tetto per chi non ha una grandissima disponibilità economica, ecco che gli universitari devono fronteggiare un nuovo salasso a causa del caro trasporti.
A denunciarlo sono gli Studenti Indipendenti Giurisprudenza, che segnalano come i prezzi di treni, pullman e aerei siano per molti inaccessibili, con rincari fino al 72%.

Per i fuorisede il caro trasporti per Natale è proibitivo

«La tratta Bologna-Bari, in treno o in bus, vede incrementi di prezzo che possono arrivare al 72% in questo periodo – spiega Arianna Castronovo, coordinatrice di Sig – In aereo un viaggio andata e ritorno Bologna-Palermo può arrivare a 521 euro, Bologna-Cagliari a 358 euro e Bologna-Catania a 465 euro».
Il sindacato universitario sottolinea che ciò rappresenta un grande ostacolo a rincontrare gli affetti, in un contesto in cui il caro vita aumenta anche in altri ambiti e per studiare a Bologna bisogna affrontare molte altre spese.

Sig inserisce il problema, ormai arcinoto, all’interno di quello che è oggi il diritto allo studio, sempre meno garantito a chi non proviene da famiglie con buona disponibilità economica.
Nello specifico, il problema del caro trasporti riguarda soprattutto il meridione e le isole e, anche se in alcune regioni si inizia a ragionare di provvedimenti che offrano sconti a studenti e studentesse, il preziario viene comunque stabilito dalle società private, senza risolvere la situazione. Il risultato è che alcuni decidono anche di non tornare perché non possono sostenere le spese del viaggio.
«Il tema è il diritto alla mobilità – osserva Castronovo – È tempo di aprire un dibattito per immaginare soluzioni sul trasporto che siano veramente di accessibilità e gratuità».

ASCOLTA L’INTERVISTA AD ARIANNA CASTRONOVO: