A settembre scade il contratto di comodato per l’uso dei locali di Bartleby in via San Petronio Vecchio e l’Università fa sapere di non volerlo rinnovare. Grande raccolta di firme degli intellettuali bolognesi in difesa dello spazio studentesco.

A settembre Bartleby se ne deve andare da via San Petronio vecchio. È la sentenza emanata dal prorettore Roberto Nicoletti rispondendo agli attivisti del centro sociale, in subbuglio per la prospettiva di dover abbandonare la sede attuale.
“Hanno un contratto di comodato per due anni- sottolinea Nicoletti- e alla scadenza se ne devono andare”. Poco importa se il luogo è diventato un punto di aggregazione e confronto per studenti, cittadini e intellettuali bolognesi. Poco importa anche se 150 di questi ultimi, tra cui Carlo Lucarelli, Pino Cacucci, Stefano Tassinari, Valerio Evangelisti e Wu Ming, hanno firmato un appello in difesa del centro. “Bartleby non può restare in via San Petronio vecchio, ma può trovarsi una nuova sede e l’Ateneo è disposto a pagare l’affitto”, prosegue il prorettore.
Le motivazioni ufficiali sono le stesse utilizzate per il locale di via Capo di Lucca: i cantieri per la ristrutturazione e la realizzazione di nuove aule per Scienze Politiche partiranno a breve.

Quanto alla richiesta di Bartleby di ottenere lo spazio in assegnazione perenne, il prorettore scuote la testa. “L’Ateneo è un’amministrazione pubblica, quindi ha il divieto di impegnare un proprio spazio a tempo indefinito con chiunque”, sottolinea Nicoletti, che fa spallucce quando gli si paventa un’occupazione.

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