È stato approvato oggi il nuovo statuto dell’Alma Mater, a seguito del responso positivo da parte del Consiglio di Amministrazione. Un lavoro di revisione lungo che ha portato una serie di novità, come la nuova composizione del Senato Accademico, in cui aumenta la presenza dei direttori di dipartimento, da 10 a 15, o la spinta verso un Ateneo che il rettore Giovanni Molari ha definito più democratico tramite una maggiore rappresentatività dell’organico accademico nei suoi organi di governo.

Giovanni Molari: «Un’Università più democratica e inclusiva»

Nello specifico, Molari ha spiegato come «l’elezione del Consiglio di Amministrazione di quattro membri interni sarà votata dall’intero personale docente, affiancato da un rappresentante del personale tecnico amministrativo, votato da tutto il personale, e non più dal solo Senato Accademico. Altra importante novità- continua Molari- è la sostituzione delle Scuole con delle commissioni interdipartimentali per la didattica, con l’obiettivo di velocizzare i processi didattici e rafforzando sempre di più il ruolo dei Dipartimenti.
Abbiamo poi introdotto la funzionalità (per la prima volta, ndr) dell’open access, per incentivare la libera disseminazione in rete dei risultati delle ricerche prodotte dall’Ateneo» ha concluso il rettore.

Molari non ha poi speso ulteriori commenti sulla proposta di codice etico introdotta nello Statuto, secondo cui i dipendenti dell’Alma Mater sono tenuti a non ledere l’immagine dell’Università, specie tramite l’utilizzo dei social. I dipendenti dell’università di Bologna hanno tempo fino al 31 dicembre per inviare proposte per integrare o sistemare il testo dello Codice Etico.

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