Primo cyber attacco di Anonymous a un sito italiano a seguito della vicenda dell’oscuramento del portale della memoria della strage del Vajont costata la vita nel 1963 a 1910 persone.

È bastata la denuncia di un deputato Pdl, Maurizio Paniz, avvocato di Belusconi, per diffamazione nei suoi confronti e il giudice delle indagini preliminari di Belluno, Aldo Giancotti, ha ordinato la chiusura dell’intero portale dedicato alla strage del Vajont, il gestore del sito in questione (http://www.vajont.info), è colpevole di aver scritto: “E se la mafia è una montagna di merda…i Paniz e gli Scilipoti sono guide alpine!”. Anonymous è passata all’azione e ha oscurato il sito di Maurizio Paniz, per circa 3 ore sabato pomeriggio, in risposta di questa decisione che dalla comunità di hacker è ritenuta “la prova generale per l’affermazione di un pensiero unico in Italia” e una censura ingiustificata.

“La scelta del giudice di Belluno non è molto frequente in giurisprudenza – spiega al corriere.it Antonio Castaldo – di solito lo strumento dell’inibizione imposta ai provider è l’ultimo passo, il più grave, perché chiude all’utenza non una singola pagina, o uno specifico contenuto diffamatorio, ma l’intero spazio online. Ora, quasi tutti i provider hanno eseguito l’ordine del giudice”. Gli sviluppi di questa vicenda sono però inattesi e ampi. Infatti spesso l’Ip a cui fa riferimento un sito, come Vajont.info è utilizzato anche per altri siti, censurarne l’indirizzo dal provider potrebbe cancellare anche altri siti, che nulla centrano con la vicenda Paniz-Vajont. La decisione del gip di Belluno fa comunque giurisprudenza ed è la prima di questo genere per durezza punitiva e per modalità d’esecuzione.

Gli hacker, nel comunicato stampa diffuso sul sito http://pastebin.com/S0FCaLmV , ritengono che il diritto “degli Scilipoti e dei Paniz” non può essere superiore al diritto alla conoscenza di migliaia di utenti che avevano come riferimento il portale oscurato”; Nel comunicato Anonymous prosegue con viva preoccupazione: “Interessante è notare come la magistratura italiana abbia fatto il suo esordio censorio in rete con un portale del genere, andando a ledere il diritto primario all’informazione, come se si volesse costiuire un precedente”. La comunità degli hacker ha perciò promesso attacchi frequenti a siti web di Istituzioni e personaggi politici che si marchieranno di attacchi alla libertà di informazione e condivisione sul web.