“I territori sono di chi li vive”. È questo lo slogan che si è fatto titolo per la due giorni organizzata dal Comitato Besta per i prossimi 26 e 27 luglio al Parco Don Bosco.
Dopo un primo tentativo di sgomberare il parco e le grandi tensioni con l’intervento della polizia che ha inseguito gli attivisti sugli alberi, la situazione nel parco oggetto da un anno di una vertenza ambientalista sembra essere più calma nelle ultime settimane. Ma con l’iniziativa di questa settimana il Comitato Besta vuole far sapere che non ha rinunciato a lottare contro il progetto delle nuove scuole.
La due giorni del Comitato Besta al Parco Don Bosco con i comitati di tutta Italia
La due giorni, però, non servirà solo a ribadire le ragioni del Comitato Besta. Quest’ultimo, infatti, ha chiamato a raccolta i comitati che si battono per medesime ragioni in tutta Italia.
«Ogni giorno nasce un comitato spontaneo che si oppone a queste aggressioni», spiega ai nostri microfoni Sara del Comitato Besta. Di qui l’importanza di fare rete, per sottolineare ancora di più che la questione non è di ordine pubblico, come è stata derubricata a Bologna, ma estremamente politica.
«È un problema di cultura politica che pensa di poter andare avanti speculando, cementificando e continuando a consumare suolo, a spese anche delle classi più indigenti perché sono loro a pagare per prime gli effetti del surriscaldamento globale».
La due giorni sarà aperta da una critical mass, un corteo di biciclette che raggiungeranno il Parco Don Bosco. A proposito di biciclette, il Comitato Besta è stata accusato di essere contrario alla pista ciclabile che verrà realizzata all’interno del progetto della linea rossa del tram e per la cui realizzazione si è abbattuto il terrapieno a protezione del parco.
«Ma non è così, il Comune racconta un sacco di bugie e perdiamo un sacco di tempo a smontarle – continua Sara – All’interno del parco esiste già una ciclabile frequentatissima, che è la soluzione preferita dai ciclisti perché è ombreggiata, mentre le ciclabile che vogliono costruire cementificando ancora sarebbe esposta agli agenti inquinanti e sarebbe una moltiplicazione della quantità di traffico, non una riduzione».
La due giorni, che si concluderà con un’assemblea di tutti i comitati intervenuti, servirà anche a raccogliere fondi per le spese legali degli esponenti del comitato. «Ci sono già stati comminati due fogli di via, misure sproporzionate e ingiustificabili perché a subire violenza siamo stati noi, non loro», sottolinea l’attivista.
ASCOLTA L’INTERVISTA A SARA: