Le cronache politiche riportano una Giorgia Meloni già al lavoro per la composizione di una squadra di governo. La futura premier avrebbe anche sentito quello uscente, Mario Draghi, come già era avvenuto in campagna elettorale. «È naturale un passaggio di consegne tra governo uscente e governo entrante», aveva minimizzato Guido Crosetto durante la notte di domenica.
Sarà così, ma fa specie che il partito che più ha guadagnato consenso grazie all’opposizione al governo Draghi ora sia a colloquio con lui. Osservazione che fa sorgere una domanda: cosa farà il governo Meloni in materia economica?

Toccare i diritti civili per distrarre dall’economia? La possibile strategia del governo Meloni

Sono diversi gli osservatori e gli analisti pronti a scommettere che il governo Meloni terrà una linea di continuità economica con i governi precedenti, in particolare quello Draghi. E che per distrarre l’attenzione da questa continuità interverrà simbolicamente su alcuni diritti civili, in modo da catalizzare la mobilitazione in quel senso e accontentare il proprio elettorato.
Questa condotta sarebbe quella che metterebbe al sicuro Meloni dagli “strumenti per intervenire” evocati dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, evitando commissariamenti che un proprio alleato, Silvio Berlusconi, ha conosciuto nel 2011.

Tra chi è convinto che le cose andranno così c’è l’economista Simone Fana, che ne parla ai nostri microfoni.
«Sul piano della politica economica il governo Meloni non si discosterà molto dalle direttrici tracciate da Draghi – osserva Fana – perché il quadro macroeconomico da cui l’Italia dipende è quello europeo e non consente ampi margini di manovra in politica economica. Il governo Meloni sarà sotto osservazione da parte dei vertici europei e dei mercati». Ragione per cui, per non tradire il proprio elettorato, Meloni tenterà un’attivazione simbolica sul tema dei diritti civili, con un discorso che richiamerà i temi dell’identità culturale e della tradizione. Una narrazione “trumpista”, evidenzia l’economista

In ogni caso il governo Meloni dovrà intervenire su alcuni temi economici che ha evocato in campagna elettorale. Due su tutti: il reddito di cittadinanza e la flat tax. Sul primo, i dirigenti di Fratelli d’Italia ieri in conferenza stampa hanno ribadito la volontà di cancellarlo.
«Non credo che, con una recessione come quella che stiamo affrontando, il reddito di cittadinanza verrà cancellato completamente – sostiene Fana – Più probabilmente verranno ristretti i vincoli per l’accesso al sussidio, ad esempio togliendo la possibilità dei beneficiari di rifiutare un’offerta di lavoro».

Anche la flat tax è un orizzonte molto lontano. «Non la faranno perché i costi economici di quel provvedimento sono enormi per il bilancio dello Stato – sottolinea l’economista – e Meloni ha già detto di non voler operare scostamenti di bilancio, cioè non vuole fare nuovo debito. Qualora lo facessero immediatamente arriverebbe una procedura d’infrazione dell’Europa».
Per accontentare il proprio elettorato, invece, sono più probabili piccole misure in favore delle piccole imprese e del commercio, come riduzioni fiscali in termini di contributi, di tasse e imposte.

ASCOLTA L’INTERVISTA A SIMONE FANA: