Il 18 dicembre è prevista una nuova udienza per decidere sull’estradizione dalla Francia all’Ungheria di Gino, un attivista milanese attualmente detenuto a Parigi con l’accusa di aver partecipato alle contestazioni antifasciste avvenute a Budapest nel febbraio 2023.
Nel frattempo un’altra attivista, Maja T., anch’essa accusata di coinvolgimento negli stessi eventi, rimane incarcerata in Ungheria dopo una controversa estradizione dalla Germania, condotta in condizioni definite “indegne” da Ilaria Salis.
La vicenda di Gino e Maja, antifascisti nel mirino di Orban
La vicenda è stata portata sotto i riflettori a Bruxelles l’11 dicembre, attraverso una conferenza stampa e un convegno al Parlamento Europeo, il più spostato a destra della sua storia. La serata è stata arricchita dalla presentazione del fumetto di Zerocalcare, “Questa notte” non sarà breve, il cui ricavato sostiene una cassa di solidarietà antifascista.
Durante la conferenza stampa, tenutasi nella sala Anna Politkovskaya del Parlamento Europeo, hanno preso la parola figure di spicco del panorama politico e giuridico, tra cui Ilaria Salis (europarlamentare di The Left), Wolfram Jarosch (padre di Maja T.), Martin Schirdewan (co-presidente di The Left), Laurent Pasquet-Marinacce (avvocato di Gino), e Damien Careme (europarlamentare di The Left).
Nel suo intervento Salis ha sottolineato come in Ungheria la magistratura sia sotto il controllo della politica e che non vi sia ricerca di giustizia, ma di una punizione esemplare nei confronti di attivisti antifascisti.
Elementi che, insieme alle condizioni della detenzione disumane e degradanti, hanno portato anche la magistratura italiana, il 28 marzo 2024, a rifiutare la richiesta di estradizione di Gabriele Marchesi, cittadino italiano indagato per i medesimi fatti.
Di qui l’appello di Salis alla magistratura francese: «Mi auguro che le autorità francesi tengano in considerazione quanto deliberato in Italia e affermino la subordinazione della cooperazione giudiziaria al rispetto dello stato di diritto e ai diritti umani».
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