Fare cultura indipendente a Bologna è ancora possibile? È questa la principale domanda a cui si cercherà di dare risposta a “Dietro le quinte”, l’iniziativa organizzata dal Circolo Granma per sabato 23 settembre dalle 16.00 al Parco della Zucca.
Una riflessione collettiva su come si è trasformata la cultura in città, con spazi fuori dai binari che, secondo gli organizzatori, si sono sempre più ristretti. Al punto che il cartellone comunale Bologna Estate, dopo aver sussunto diverse rassegne, «tende a tagliare fuori le piccole associazioni e fa da specchietto per le allodole per il turismo».

Fare cultura a Bologna in modo indipendente è possibile? La riflessione

L’iniziativa del Circolo Granma si compone di diversi momenti. Dall’Open Mic a cura di Marley Session, associazione culturale nata nel 2021 da un gruppo di giovani artisti con lo scopo di diventare un punto di riferimento per i musicisti dal nord al sud Italia, al concerto di Sorang e la performance de Le Cadavere Squisite.
In mezzo, il centro di “Dietro le quinte” sono i dibattiti, con due temi precisi: “Quale idea di cultura a Bologna?” e “Lavorare nei beni culturali”.

Il primo è quello di matrice più “politica”. Gli organizzatori si propongono di affrontare il tema «dell’attuale condizione e dell’utilizzo che viene fatto della cultura a Bologna, passando dall’analisi dei bandi che favoriscono i soliti noti, al processo di turistificazione e gentrificazione che sta trasformando questa città, provando a immaginare nuove strade per modificare questo processo».
Il secondo, curato da “Mi Riconosci!”, associazione nata durante la pandemia e composta da lavoratrici e lavoratori del settore culturale, vedrà la presentazione del lavoro d’indagine sulle condizioni del settore, dove prevalgono lavoro povero, precarietà e sfruttamento.

«Vogliamo capire cosa significa fare cultura a Bologna e che rapporto c’è tra socialità e profitto – spiega ai nostri microfoni Camilla del Circolo Granma – I meccanismi dei bandi in città finanziano i big dello spettacolo. Se la cultura deve essere libera e indipendente e anche aiutare la cittadinanza, questo non avviene e pensiamo che il modello culturale portato avanti dall’Amministrazione Lepore vada rivisto».

ASCOLTA L’INTERVISTA A CAMILLA: