La città di Bologna ha risposto molto positivamente all’appello di solidarietà lanciato da Piazza Grande per aiutare la famiglia K che, nei mesi scorsi, aveva perso la casa a causa della povertà.

La famiglia K, migrante, giunta in Italia per un futuro migliore, si è trovata a non poter più pagare l’affitto a causa della perdita del lavoro del padre di famiglia. Da mesi ormai la famiglia, con 4 figli, versava in condizioni disperate ed era costretta a vivere in parchi pubblici, in dormitori ed infine in un albergo a spese del comune. Ora, grazie alla raccolta fondi gestita dall’Associazione Piazza Grande, la famiglia K ha finalmente una casa. I bolognesi hanno contribuito fino a raggiungere un totale di 7.800 euro, che garantiranno il pagamento dell’affitto di un appartamento per un anno.

Il presidente di Piazza Grande, Alessandro Tortelli, si dice stupefatto di un risultato così positivo ottenuto in soli 32 giorni, segno di una profonda eco che la storia della famiglia K ha avuto nella città di Bologna e di una concreta solidarietà dimostrata dai cittadini nonostante la crisi.

Tuttavia, anche se l’esito della vicenda K è stato positivo, resta un’amara ma doverosa rflessione sulle condizioni di povertà estrema in cui versano moltissime altre famiglie in Italia. Le strutture di accoglienza esistenti sono chiaramente insufficienti ed impreparate a gestire la nuova situazione aggravata, per altro, dalla crisi. Inoltre le politiche rivolte alle persone senza fissa dimora sono ridotte ad una logica puramente emergenziale. Oramai, purtroppo, è evidente che la povertà non è soltanto un’emergenza contingente relegata ad una dimensione di marginalità dovuta alla devianza psicologica, ma si sta cronicizzando e diffondendo a livello strutturale come disagio sociale. La logica assistenzialista dunque, per quanto indispensabile, non basta là dove non è presente una giustizia sociale radicata che dovrebbe, di fatto, evitare che famiglie in difficoltà finiscano per strada.

Lucia Visani