Posticipata in autunno l’apertura dei cantieri per il People Mover e decisa la rescissione del contratto per il Civis. I progetti dei trasporti a Bologna non trovano pace.

Non trovano pace i progetti che il Comune di Bologna ha avviato negli ultimi anni per il settore dei trasporti. Dopo, per citare Gadda, “quer pasticciaccio brutto” del Civis, anche il People Mover non trova pace.
Ieri è stata una giornata “intensa” con il rincorrersi di notizie che riguardano entrambi i progetti.

Da un lato il Civis, scaricato dalla giunta Merola dopo anni di difese a spada tratta delle amministrazioni precedenti. Di fronte ad un’insicurezza conclamata del mezzo, Palazzo D’Accursio ha deciso di fare dietrofront, con lo strascico di questioni legali generato dalla decisione.
La partita, ancora aperta, ieri ha vissuto un nuovo capitolo, con la decisione del Comune di rescindere il contratto di fornitura con il consorzio di cui fanno parte Irisbus e Ccc. Il via libera definitivo è arrivato dall’incontro in Provincia a cui hanno partecipato la presidente Irisbus Giuseppina Gualtieri, la vicesindaco Silvia Giannini, il numero due della Provincia Giacomo Venturi e l’assessore comunale alla Mobilitá Andrea Colombo.
Uno degli effetti collaterali della decisione è stato il rinfocolarsi delle polemiche sullo sperpero di denaro pubblico per i lavori accessori al mezzo. Ora che il Civis non c’è più, il Comune ha speso risorse per pensiline, rotonde e sottopassi che, nella migliore delle ipotesi, sembrano inutili.

Problemi, però, anche per il People Mover, la monorotaia che dovrebbe collegare stazione ed aeroporto e che, questa sì, gode ancora del sostegno dell’Amministrazione comunale. Forse, però, qualcosa comincia a scricchiolare, dal momento che l’avvio dei cantieri è stato posticipato all’autunno, in attesa del piano economico-finanziario e dell’ingresso di nuovi soci nella società che dovrà realizzare e gestire l’opera. L’unica certezza che sembra esserci, per il momento, è l’aumento dei costi dell’infrastruttura rispetto al progetto originario.
Marconi Express, intanto, spera di varare un nuovo assetto societario, includendo, ad esempio, i francesi di Ratp.

Il Comitato No People Mover, intanto, spera che il posticipo si traduca nell’abbandono del progetto. Prospettiva lontana, almeno per il momento, ma il comitato intanto ribadisce le motivazioni per la contrarietà all’opera e sottolinea come il Comune abbia rifiutato il dialogo coi cittadini dicendo che era già tutto fatto, mentre ora si trovi ad affrontare l’incertezza e i dubbi sull’opera.
“Questo significa che il nostro lavoro è stato utile – spiega Vanni Pancaldi, portavoce del comitato – perché i dubbi emersi sono quelli che noi denunciavamo”.