Presidio dei dipendenti di Coopservice, che da ottobre 2013 gestisce per l’Università le sale di Palazzo Paleotti che denunciano un vero e proprio sfruttamento, con tagli in busta paga di 500 euro al mese. 2,8 euro netti all’ora la retribuzione. Cub: “L’Università ha responsabilità in quanto committente”.

Tra ottobre e novembre 2013 l’appalto per la gestione dei servizi di portineria e assistenza informatica e bibliografica di palazzo Paleotti è passato a Coopservice. L’azienda ha mantenuto al loro posto i vecchi dipendenti, ma ha immediatamente cambiato tutti i contratti: a tutti i lavoratori è stato imposto il contratto nazionale sulla vigilanza che prevede paghe inferiori, benché ognuno continui ovviamente a svolgere tutt’altre mansioni.

Gli stipendi sono quindi crollati da 1200 a 700 euro al mese; l’orario complessivo non è affatto diminuito e i dipendenti continuano a lavorare dalle 40 alle 45 ore la settimana ricevendo, al netto, un compenso che va dai 2,8 ai 3,27 €/ora. Ciò che è più sensazionale è come l’Ateneo in realtà continui a corrispondere a Coopservice sempre gli stessi livelli di pagamento: 14,90 €/ora (IVA esclusa) per i servizi di reception, di più per assistenza informatica e assistenza bibliografica. La cooperativa si è quindi ricavata un utile netto del 40%.

“Noi lo giudichiamo un indebito arricchimento – afferma Antonella Zago, Confederazione Unitaria di Base Bologna, – riteniamo l’Università responsabile; chiaro che la prima responsabile è Coopservice, ma l’Università conosce questa situazione da subito e ancora non è intervenuta, mentre  come committente, in base al codice degli appalti ha delle responsabilità sull’applicazione dei contratti di lavoro”.

I lavoratori si sono dunque recati in rettorato e oggi, in contemporanea con la riunione del senato accademico, sono stati ricevuti dal vice-Rettore Prof. Ferrari. “Chi ha la responsabilità politica – continua la sindacalista Cub –  deve assolutamente fare in modo che l’Università prenda una posizione seria: il mantenimento dei posti di lavoro nei passaggi d’appalti, perché il lavoro c’è, e no a contratti di questo tipo”.

Il prof. Ferrari si è impegnato a riferire presso il rettore Ivano Dionigi per organizzare un tavolo di trattative. Il sindacato in ogni caso ha ben chiare le sue posizioni:  “Noi abbiamo già convocato i tavoli alla prefettura – spiega Valentina Zago – e sono finiti con una mancata conciliazione. Abbiamo indetto uno sciopero per il 31 marzo e sarà lo sciopero non solo dei lavoratori di Palazzo Paleotti ma anche di tutti gli appalti del portierato, altre 60 persone circa, perché è in scadenza un appalto a luglio su cui ne’ Coopservice ne’ Università ci stanno dicendo nulla. Lo sciopero ci sarà sicuramente, dopodiché vedremo domani cosa ci dirà l’Università”.

Pietro Gallina

Articolo precedenteLa domenica di Radio Città Fujiko
Articolo successivoRevisionismo e negazionismo, quale Giornata della Memoria?