Secondo l’ultimo rapporto del Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability, nel 2020 in Italia sono state 5,2 milioni le tonnellate di alimenti finiti nella spazzatura, per un valore di circa 9,7 miliardi di euro.
Uno spreco che è dannoso tanto per l’economia quanto per l’ambiente perché, oltre al mancato guadagno, lo smaltimento dei rifiuti ha un costo ambientale.
Una app nata e cresciuta a Bologna, Squiseat, punta a correggere questa stortura innescando un meccanismo virtuoso tanto per i ristoratori quanto per i consumatori.

Meno sprechi con Squiseat: ci guadagnano tutti

«Squiseat è una app per acquistare prodotti della ristorazione a scadenza breve, eccedenze, rimanenze e invenduti a metà prezzo per evitare che vengano sprecati e per dare un compenso ai locali, in modo che questi prodotti non vengano buttati via», racconta ai nostri microfoni Alberto Drusiani, uno dei creatori della app.
Si tratta dunque di una situazione “win-win”, dove a guadagnarci sono sia i ristoratori, che altrimenti avrebbero dovuto buttare il prodotto senza guadagno, sia le persone, che possono acquistare a metà prezzo una pietanza che altrimenti sarebbe finita ad incrementare la quantità di rifiuti.

L’app Squiseat, dunque, mette in connessione la domanda con l’offerta. Il cliente può scaricare l’app, geolocalizzarsi e vedere quali negozi e locali aderiscono e quali prodotti propongono a metà prezzo.
Sull’app, dunque, è presente una rete di esercenti che ha deciso di aderire al progetto e che in questo modo riduce gli sprechi alimentari e al tempo stesso aumenta i propri guadagni.
Nei pochi mesi dalla sua creazione, Squiseat ha già permesso di vendere più di 5000 porzioni e di recuperare materie prime per un valore superiore ai 10mila euro.

ASCOLTA L’INTERVISTA AD ALBERTO DRUSIANI: