Il 2 aprile decine di insegnanti precari della scuola per l’infanzia parteciperanno al concorso indetto dal Comune di Bologna per uno dei 158 posti previsti. Però secondo Adi questo concorso non rispetta la legge di stabilità 2015. “Si tratta di un bando fasullo, le nuove assunzioni sono bloccate finché il personale delle Province non viene reintegrato” spiega Cristina Zamboni, docente.
Da una parte il Comune di Bologna indice un bando per l’assunzione di 158 insegnanti per la scuole dell’infanzia, dall’altra parte però la legge glielo impedirebbe. A pochi giorni dal concorso, il prossimo 2 aprile, che vedrà diversi insegnanti con almeno tre anni di servizio contendersi uno dei posti preannunciati dal Comune, l’Adi torna sul piede di guerra.
L’Associazione docenti e dirigenti scolastici italiani (Adi) si è vista bocciare dal Tar la sospensiva su un concorso che ritiene a tutti glli effetti fasullo. “Il Comune ha dato il via ad un bando che non prevede 158 posti, ma zero. Nel bilancio approvato dall’amministrazione non è inserita nessuna nuova assunzione, e tra le altre cose il Comune, così come impone la legge di stabilità 2015, dovrebbe provveddere al collocamento del personale delle Province, prima di dare lavoro ad altre persone” spiega Cristina Zamboni, docente di ruolo, che assieme a tutti i suoi colleghi si sente presa in giro in primis da un’amministrazione come quella di Bologna che non assume insegnanti da 6 anni.
La storia inizia il 29 dicembre 2014 quando il Comune di Bologna decise di modificare il contratto applicato alle insegnanti di scuola d’infanzia comunale, mantenendo però l’impegno ad assumere 158 insegnanti precari tramite concorso. Con l’unica differenza che le nuove assunzioni sarebbero state inquadrate con il contratto previsto per gli enti locali, e non quello garantito per il settore scuola. Da subito le sigle sindacali – Cgil, Cisl e Uil – manifestarono la propria contrarietà per la questione contrattuale, tanto da proporre un ricorso al Tar. Ricorso a cui è seguito quello di Adi in cui si chiedeva l’annullamento del concorso, che però è stato ulteriormente bocciato.
Tra le novità emerge anche una nuova circolare, che il Comune ha diramato, in cui si stabilisce la chiusura della graduatoria permanente ad esaurimento posti entro luglio 2015. Questo significa, come spiega l’insegnante Zamboni, che tutti i docenti inseriti in questa lista, che hanno già superato due concorsi e lavorano da più di 10 anni, si ritroveranno a casa a settembre se non passano questo ulteriore test del 2 aprile.
“Si viene così a creare una situazione di disequilibrio tra precari e meno precari che fa male a noi, ma in primis alla scuola – continua Zamboni -. L’unica ossessione dell’amministrazione per ora è stata quella di cercare di togliere alle insegnanti il contratto previsto per il loro ruolo, ma prevedendone un altro che poco si confà al nostro mestiere”. Un contratto che vorrebbe far timbrare il cartellino ai docenti, ma che non tiene conto del monte ore che un insegnante realmente svolge tra le lezioni, le ore collegiali, le udienze, le correzioni dei compiti a casa e la preparazione del materiale didattico.
“In ogni caso noi continueremo a farci sentire, e chiederemo a Merola altre spiegazioni. Noi come insegnanti siamo tutti uniti e vogliamo maggiore dignità per le scuole. I nostri colleghi il 2 aprile saranno comunque impegnati a fare questo concorso che, però, non si sa quale validità avrà” conclude Zamboni.