Sono 140 i ricongiungimenti familiari di minori stranieri previsti in città nei prossimi mesi, ai quali dovrà essere garantito un posto nelle scuole di Bologna. Ma alla vigilia del primo giorno di scuola, solo nella nostra città sono 28 i bambini senza una classe. E i numeri sono destinati ad aumentare.

Ricongiungimenti famigliari e diritto all’iscrizione a scuola

Dallo scorso luglio al prossimo marzo, sono 140 i bambini tra i 6 e i 16 anni che arriveranno in città attraverso i ricongiungimenti famigliari. A questi bambini dovrà essere garantito il diritto all’istruzione, e dunque l’iscrizione nelle scuole di Bologna. A questo numero, che non è altro che una previsione, si devono poi aggiungere altre categorie, come ad esempio i minori stranieri non accompagnati. La stima di 140 è dunque destinata ad aumentare. Così come è destinato a riproporsi e crescere nella sua entità il numero di quei bambini a cui le istituzioni preposte non riescono a garantire una classe.

Già oggi, alla vigilia del primo giorno di scuola per gli alunni emiliano-romagnoli, solo a Bologna 28 bambini sono senza una classe. “È una situazione che si continua a ripetere – osserva Paola Rudan del Coordinamento Migranti – la risposta delle istituzioni, soprattutto dopo le denunce dell’Osservatorio contro i respingimenti (gestito insieme alla Scuola d’italiano con i Migranti di Xm24) non c’è stata, nonostante i responsabili continuino a dire che ci sono progetti di allargamento e che stanno aumentando le classi”.

Risale al dicembre del 2013 il caso del bambino bengalese che, in seguito a un ricongiungimento famigliare, si vide negata l’iscrizione a scuola con la giustificazione che non c’erano abbastanza posti, il tutto senza che venisse registrata la sua richiesta. La vicenda ebbe fortunatamente un lieto fine. Tuttavia, è ancora concreto il rischio che i bambini che arrivano in Italia da altri paesi ad anno scolastico inoltrato si vedano rifiutata l’iscrizione e restino fuori dalle scuole. “Anche se stiamo parlando solo di poche decine di situazioni di questo tipo è già una cosa gravissima – sottolinea Rudan – ma l’entità di questo problema è destinata a crescere visto l’afflusso senza precedenti di migranti in Europa“.

Ancora una volta viene denunciata la mancanza di organizzazione e coordinamento (quando non di vera e propria volontà politica) tra le varie istituzioni, come Prefettura e Ufficio scolastico. “Qualcosa che è assolutamente regolare viene trattato come emergenziale – afferma Rudan – Il problema tocca la legge Bossi-Fini, ma ancora una volta si ragiona in termini eccezionali quando questa situazione è del tutto strutturale. Le istituzioni non possono permettersi di sacrificare alcuni ragazzini che come tutti hanno il diritto all’istruzione. Sono percorsi di stabilizzazione che pretendono delle risposte istituzionali non eccezionali – conclude – e questo è ancor più rilevante nel momento in cui i numeri diventeranno più consistenti”.