È lungo l’elenco delle sigle sindacali di medici, infermieri e veterinari che sono scesi in piazza Nettuno questa mattina al grido di “Salviamo la sanità pubblica”. L’intersindacale si mobilita per denunciare il definanziamento del servizio sanitario nazionale, che negli ultimi dieci anni si è visto sottrarre 37 miliardi di euro, e per le conseguenze che ciò produrrà, cioè una strisciante privatizzazione sul modello statunitense, fatto di assicurazioni sanitarie.
La mobilitazione ha il preciso scopo di informare la cittadinanza su quello che sta avvenendo, affinché tutte e tutti siano consapevoli di ciò che si rischia con la perdita della sanità pubblica.

Sanità pubblica piegata dai tagli e incalzata dalle assicurazioni: l’allarme contro la privatizzazione

Le questioni sul tavolo sono tantissime, a partire dalla fatica che la sanità pubblica affrontato e dalla quale non si è mai ripresa a causa della pandemia. Ad aggiungersi è arrivata l’inflazione con l’aumento dei costi energetici. Due elementi per i quali gli ultimi governi, Draghi e Meloni, non hanno corrisposto ai servizi sanitari regionali una compensazione economica.
Ciò ha provocato un dissesto nei bilanci delle aziende sanitarie, cui le aziende stesse hanno dovuto rispondere tagliando ancor di più e bloccando le assunzioni che proprio con la pandemia si erano rese necessarie.

Le conseguenze, però, non sono finite, perché la situazione di crisi ha provocato l’intasamento dei pronto soccorso, le lunghissime liste d’attesa per visite e interventi chirurgici, l’aumento delle aggressioni nei confronti del personale sanitario causate anche dai disagi crescenti che i pazienti stanno vivendo.
Tutti elementi che stanno favorendo indirettamente la sanità privata ed è questa la preoccupazione principale di medici, infermieri e veterinari: in corso c’è una sorta di privatizzazione strisciante, che vede aumentare gli appetiti delle assicurazioni sanitarie al punto da rischiare di trasformare un servizio pubblico e universale in un modello privatistico dove la cura è riservata a chi potrà permettersela economicamente.

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