È nata a Pescara, ma è stata per lungo tempo a Londra ed è tornata in patria per una scelta coraggiosa: fare moda indipendente. Così, dal 2018, la stilista Rita Capuni prepara le proprie collezioni seguendone ogni dettaglio e soprattutto tenendosi lontana dalle grandi case di moda. Un modo di concepire l’abbigliamento che richiama il passato, il vestito su misura fatto dal sarto, ma che interpreta il presente con stile e originalità. È nell’ambito del cosiddetto Slow Fashion, dunque, che si muove la stilista.

Lo slow fashion di Rita Capuni: cosa significa essere indipendente

«Racconto me stessa attraverso i miei abiti – osserva Capuni ai nostri microfoni – Le mie creazioni sono autobiografiche, ma l’ispirazione mi arriva anche dall’architettura, dall’energia del nero e del bianco, dalla scuola belga e giapponese. E anche dalla musica».
Proprio la musica ricopre un ruolo importante nella vita della stilista. A testimoniarlo sono i tatuaggi che porta sul corpo e una filosofia di vita che è quella del punk.

Capuni racconta il suo lavoro “artigiano”: «Lavoro con piccoli laboratori, seguo le mie creazioni dall’idea alla parte amministrativa. È un lavoro faticoso, ma che non annoia mai ed è soddifascente poter vedere le tue creazioni».
Ogni dettaglio ha la sua impostanza. Ad esempio la scelta dei tessuti, che sono made in Italy e di origine naturale: cotone, lana, seta, viscosa. Il sintetico non trova spazio fra le sue creazioni.

Il contrasto bianco/nero è la sua cifra, che descrive così: «Bianco e nero come disciplina, armonia ed eleganza: eliminare il superfluo per giungere all’essenza, diventando vero».
Sul sito ritacapuni.com, la stilista propone le sue collezioni, le ultime delle quali hanno nomi che suonano come un manifesto: “Roads” e “Aria”.

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