La prima reazione alla manovra tariffaria sul trasporto pubblico locale di Tper, annunciata dal sindaco Matteo Lepore la settimana scorsa, si è registrata venerdì scorso, quando sfidando la pioggia sotto ai portici di Palazzo D’Accursio si sono dati appuntamento partiti di sinistra, sindacati di base e comitati cittadini per un’assemblea pubblica.
Oggi quanto deciso in quell’incontro viene ufficializzato: contro i rincari Tper prendono il via due settimane di mobilitazione che culmineranno in una manifestazione prevista per sabato 1 marzo, simbolicamente nel giorno in cui diventeranno operativi gli aumenti sui prezzi di biglietti e abbonamenti.

Tper, una mobilitazione e una manifestazione contro i rincari

Il mancato finanziamento del fondo nazionale per il trasporto pubblico locale, motivazione addotta da Lepore per giustificare i rincari previsti, non persuade i dissidenti. Anche le altre città italiane, infatti, sono soggette allo stesso taglio, eppure i prezzi al momento non hanno raggiunto le cifre stabilite a Bologna. Con il costo della corsa singola a 2.30 euro, infatti, la nostra città diventa quella con il biglietto più caro in Italia.
A questa evidenza il sindaco e la giunta hanno provato a replicare che nelle altre città non sono previste tutte le agevolazioni e le esenzioni per le fasce deboli che invece Tper contempla, ma l’inflazione generale e il costo della vita in città presenta il conto sulla maggioranza della popolazione.

«Il tema del taglio al fondo nazionale c’è – osserva ai nostri microfoni Riccardo Rinaldi di Potere al Popolo – ma dobbiamo capire anche da dove arriva. Il Partito Democratico è stato uno dei soggetti che ha contribuito a inserire il pareggio di bilancio in Costituzione e a impedire che il Comune potesse fare deficit».
Ancor di più, però, i contrari agli aumenti sottolineano come la maggioranza di Palazzo D’Accursio abbia fatto battaglie feroci per vedersi garantiti i fondi per la realizzazione del Passante di Bologna, mentre per il taglio al fondo per il tpl non hanno mosso un dito.

Nello specifico, le due settimana di mobilitazione decise nell’assemblea di venerdì serviranno, da un lato, a fare controinformazione e sensibilizzare la popolazione, in particolare quella dei quartieri popolari più penalizzati dagli aumenti, dall’altro a fare pressioni sul Comune, anche per avere dati trasparenti che non sono stati finora comunicati.
«L’annuncio di Lepore non è stato supportato da dati che presentassero correttamente qual è la questione – sottolinea Rinaldi – Vogliamo sapere quali sono i bilanci finanziari del Comune rispetto ai trasporti e di Tper».

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