Avevano vinto la battaglia, disinnescando i piani edilizi sul quadrante est dei Prati di Caprara e facendo addirittura egemonia con il recepimento delle loro rivendicazioni nel programma elettorale della coalizione guidata da Matteo Lepore. Ora però i cittadini e le cittadine del Comitato Rigenerazione No Speculazione chiedono che venga riaperta la discussione sul bosco urbano.
La ragione sta nel fatto che non tutta la superficie del bosco è salva. In particolare, sul quadrante ovest insistono ancora le mire dei gestori dell’area, con richieste edificatorie che il comitato stesso definisce «irricevibili».

Rigenerazione No Speculazione vuole vederci chiaro sui Prati di Caprara

A spiegare ai nostri microfoni la questione è l’architetto Piergiorgio Rocchi, che fa parte di Rigenerazione No Speculazione. «Stiamo parlando dei Prati ovest – spiega Rocchi – ed è la zona dove ci sono ancora decine di migliaia di metri cubi abbandonati. Stiamo parlando di quasi 150mila metri cubi e noi avevamo detto che nella peggiore delle ipotesi si potevano usare quelli. La proposta edificatoria, invece, ne richieste una quantità infernale di più».
Il comitato non è al corrente se effettivamente ci siano delle trattative, né cosa voglia fare Invimit, proprietaria dell’area. Per questo Rigenerazione No Speculazione chiede che «la discussione sul futuro dei Prati si riapra e che tutto quello che si sta trattando con l’attuale proprietà venga reso noto alla comunità, e che siano anche i cittadini a decidere sul loro futuro».

La soluzione definitiva per salvare tutti i Prati di Caprara sarebbe l’acquisizione totale da parte del Comune di Bologna. Ma i cambi di presidenza (e presumibilmente di strategia) di Invimit creano incertezze in materia.
La posizione di Rigenerazione No Speculazione rimane sempre la stessa: «non esistono due Prati – Est e Ovest – ma uno, e cioè il grande Bosco urbano ad evoluzione naturale dei Prati di Caprara».

ASCOLTA L’INTERVISTA A PIERGIORGIO ROCCHI: