Da un lato i danni provocati alla salute dell’uomo, ma anche di animali e piante. Dall’altro un uso politico che cavalca la paura e mette a reddito la notte. È l’inquinamento luminoso che viene preso in esame nell’ultimo libro di Wolf Bukowski, “Perché non si vedono più le stelle. Inquinamento luminoso e messa reddito della notte” (Eris edizioni). Una pubblicazione in cui si trova un filo rosso con il lavoro precedente dell’autore, “La buona educazione degli oppressi”, anche se su un tema più specifico. Se nel libro precedente, infatti, Bukowski decostruiva la retorica del decoro, spiegandone la genesi e smontando i suoi dogmi, nell’ultimo volume, che verrà presentato domenica a “Una pianura di libri”, viene preso in esame un aspetto specifico delle “politiche decorose”, l’eccessiva illuminazione notturna.

Le stelle “oscurate” dall’inquinamento luminoso: il libro di Wolf Bukowski

«Del decoro in sé sono un pochino stanco – afferma ai nostri microfoni Bukowski – È un tema di cui ormai stiamo parlando da tempo purtroppo senza esiti molto forti nella capacità di contrastarlo».
Di qui l’idea di occuparsi di un tema che «non fosse troppo sotto i riflettori, anche se sembra un gioco di parole», come appunto l’inquinamento luminoso.
L’eccesso di illuminazione è qualcosa di cui tutte e tutti abbiamo fatto esperienza, anche se ci abbiamo fatto l’abitudine. Eppure ci sono gruppi e movimenti che fanno informazione e mobilitazione contro l’inquinamento luminoso, perché i danni che provoca sono ingenti.

La troppa luce notturna, in particolare, porta a conseguenze per la salute umana, come le alterazioni della melatonina e della regolazione ormonale, ma incide anche sulla vita degli animali selvatici, provocando loro smarrimento, come nel caso di una specie di uccelli, lo junco occhiscuri. Ma le conseguenze si manifestano anche sulle piante e il loro ciclo vitale, ma anche sull’assenza di impollinatori notturni.
Oltre a ciò, l’inquinamento luminoso è anche inquinamento tout court, dal momento che vi è uno spreco di energia prodotta che contribuisce alle emissioni e al cambiamento climatico, «anche nel caso del fotovoltaico se viene costruito su terreni agricoli», sottolinea l’autore.

L’eccessiva illuminazione, però, ha anche una lettura politica. Nel suo libro Bukowski ricostruisce la genesi delle politiche di illuminazione pubblica per il contrasto dell’insicurezza, o meglio: al pari delle altre politiche sul decoro, il punto è la cosiddetta percezione di insicurezza, poiché gli studi e le statistiche non sono in grado di dimostrare che effettivamente strade e piazze più illuminate facciano diminuire i reati.
«Soprattutto negli ultimi decenni, far leva sulla paura è stato il meccanismo con cui si è affermata ed estesa l’illuminazione eccessiva – sottolinea l’autore – Il problema non è l’illuminazione in sé, ma l’eccesso rispetto alle reali esigenze nel contesto urbano o per la sicurezza stradale. Sulla sicurezza si è puntato tanto perché l’illuminazione è stato uno dei tanti modi in cui si è trasformata la città per rassicurare la popolazione impaurita, che era impaurita da tante altre cose».

In “Perché non si vedono più le stelle”, però, c’è anche una riflessione sul tema della messa a reddito della notte. In particolare, Bukowski si concentra su quei comitati che non protestano per l’eccessiva illuminazione in sé, ma per la sostituzione delle lampade a vapore di sodio con i led.
«È curioso come questi comitati puntino tutto sulla bellezza – osserva l’autore – cioè usino la stessa retorica di chi mette i led, cioè la retorica del decoro per il turismo e per la bellezza, cercando di rivoltarla. In questo approccio c’è una debolezza, perché il bello è sfuggente e soggettivo. E tra l’altro il bello viene usato per la turistificazione in un modo molto marcato».

Il tentativo dello scrittore, quindi, è quello di evidenziare come le trasformazioni urbane attraverso l’illuminazione servano a mettere a reddito la notte, a rendere possibile attività tipicamente diurne nell’orario notturno.
Il ciclo continuo del consumo, dunque, trova un alleato nella luce artificiale, in particolare quella a led, che modificano l’ambiente urbano. In altre parole, l’inquinamento luminoso con le conseguenze che porta alla salute è un sacrificio su cui si soprassiede in nome, ancora una volta, del profitto.

ASCOLTA L’INTERVISTA A WOLF BUKOWSKI: