Usare il decreto alluvione per posticipare l’entrata in vigore della legge contro il consumo di suolo. È questo il paradosso denunciato dalla Rete Emergenza Climatica e Ambientale dell’Emilia-Romagna attorno alla molto discussa legge urbanistica regionale 24 del 2017, già finita al centro delle polemiche dopo il disastro climatico del maggio scorso per la sua scarsa efficacia.
E se il consumo di suolo è finito al centro delle polemiche per essere una concausa dell’alluvione – o almeno un fattore di accelerazione dei fenomeni meteorologici estremi che hanno colpito il nostro territorio – colpisce che si usi proprio il decreto post-alluvione per ritardare lo stop alle colate di cemento.

L’ennesima proroga della legge contro il consumo di suolo grazie al decreto alluvione

L’entrata in vigore tassativa e definitiva della legge, approvata ormai sei anni fa, è stata rinviata più volte, prima a causa della pandemia, poi per altre ragioni. Ciò ha permesso ai Comuni di continuare a esaurire le previsioni urbanistiche dei piani precedenti, quindi di non fermare il cemento che in teoria la legge impone. Ad oggi appena il 20% dei Comuni emiliano-romagnoli ha approvato i Pug, i Piani Urbanistici Generali con le nuove norme più vincolanti in materia di consumo di suolo.
I criteri stringenti e le prescrizioni contenute nella legge 24 avrebbero dovuto diventare vincolanti dal primo gennaio 2024, ma una nota di chiarimento da parte dei tecnici di viale Aldo Moro esonera gli 80 Comuni colpiti dall’alluvione e non solo dall’entrata in vigore, posticipandola al maggio del prossimo anno.

«Il decreto alluvione ha sospeso tutte le perentorietà degli atti amministrativi per gli 80 Comuni dell’elenco di quelli alluvionati – spiega ai nostri microfoni Gabriele Bollini, docente di Progettazione e pianificazione sostenibile dell’Università di Modena e Reggio Emilia ed ambientalista – La Regione ha esteso questa sospensione anche all’applicazione della legge 24, prorogandola quindi da gennaio a maggio del 2024. Non solo: si specifica che eventuali interventi successivi che ampliassero ad altri Comuni la disciplina speciale automaticamente rientrerebbero nella proroga. In altre parole, se domani venisse un alluvione a Piacenza o Parma, anche quei Comuni sarebbero beneficerebbero della proroga».

Ad emanare il chiarimento che di fatto apre all’ennesima proroga, riferisce Bollini, sono stati i tecnici del Settore Governo e Qualità del Territorio della Regione Emilia-Romagna. Il tutto mentre l’assessore regionale Paolo Calvano andava in aula in Assemblea Legislativa, interpellato sul ridimensionamento del ruolo di Arpae nelle Valutazioni di Sostenibilità Ambientale e Territoriale, a dire che l’entrata in vigore della legge contro il consumo di suolo era fissata per il primo gennaio.
«Qui siamo alla fantascienza – commenta Bollini – Non c’è più pudore, non c’è alcun limite».

ASCOLTA L’INTERVISTA A GABRIELE BOLLINI: