Ancora emergenza abitativa a Bologna. È stato sgomberato questa mattina uno stabile dove abitavano diverse famiglie. Ora solo le donne con minori saranno accolte in centri di accoglienza temporanei. La situazione potrebbe peggiorare con la chiusura delle mense di carità.
16 famiglie, per un totale di cinquanta persone circa, sono state sgomberate questa mattina dallo stabile di proprietà dell’Asp in via Don Minzoni. Di queste famiglie, soltanto tre avevano regolare contratto, di un anno e mezzo, scaduto da qualche tempo. All’interno dell’edificio si erano stabilite persone e famiglie provenienti dai Balcani. Soltanto alle famiglie con minori è stato garantito il trasferimento in strutture temporanee. Nella zona, sono diversi gli immobili vuoti di proprietà dell’Asp che restano inutilizzati
“I numeri non li conosciamo ancora – racconta Giorgio Simbola di Asia-Usb – ma più di 50 persone finiranno per strada”. Oltre alle forze dell’ordine, sono presenti allo sgombero anche i servizi sociali che dovrebbero cercare una soluzione per le famiglie sgomberati ma, secondo Simbola, “la realtà bolognese fa immaginare che soluzioni definitive non ce ne siano“.
Lo sgombero è stato del tutto improvviso. Lo stabile era tenuto sotto controllo perchè presenta seri problemi di impianti e di sicurezza. “Questa volta le famiglie non erano organizzate con alcuna associazione – aggiunge Simbola – e lo sgombero sarebbe passato sotto silenzio”.
Gli inquilini dello stabile riferiscono che, secondo quanto gli è stato comunicato, lo sgombero sarebbe temporaneo. Già durante le fasi di sgombero, però, gli ingressi degli apparamenti, all’interno della struttura, sono stati murati.
L’emergenza abitativa continua ad essere uno dei problemi principali a Bologna. Negli ultimi mesi sono stati effettuati sgomberi in continuazione: il numero di persone senza un alloggio è altissimo. Per non parlare dei diritti che, a causa dell’articolo 5 del Piano Casa, vengono negati a coloro che non hanno residenza e non sono registrati all’anagrafe. Ai nostri microfoni, Simbola denuncia la situazione critica dei richiedenti asilo. Alcuni di loro sono stati ricollocati all’interno delle associazioni che lavorano nel settore mentre molti altri sono costretti a dormire in stazione: “Mancano strutture di accoglienza, soprattutto per la seconda accoglienza. Giorno per giorno aumenta il numero di coloro che non hanno residenza, nè soldi, nè possibilità di avere un pasto”. Infatti la situazione sembra peggiorare. Molte di queste persone sono utenti delle mense di carità che presto chiuderanno.
Sempre questa mattina, racconta il collettivo Hobo, ad Anzola si è proceduto con tre sfratti e altrettante famiglie hanno dovuto lasciare il proprio alloggio. Per una di queste, raccontano, sarà costretta a dormire in macchina.
Daniela Larocca