Questa volta le motoseghe non abbatteranno gli alberi all’interno del parco Don Bosco, dove da mesi va avanti una battaglia contro il progetto comunale per la costruzione di un edificio scolastico ex novo che sacrificherebbe decine di piante. A minacciare le piante stavolta sono i lavori propedeutici alla realizzazione della linea rossa del tram, che prevedono l’allargamento stradale e, di conseguenza, la rimozione del terrapieno che circonda una parte del parco, con annessi gli alberi che vi si trovano sopra.

Un presidio al parco Don Bosco contro la rimozione del terrapieno per i lavori del tram

Così il Comitato Besta è tornato a presidiare il parco, disponendosi proprio sul terrapieno per scongiurarne la rimozione. «Siamo sul terrapieno di viale Aldo Moro dalla rotonda Pancaldi fino a via Serena – spiega ai nostri microfoni Daniela Rocca, portavoce del comitato – Gli operai stanno disponendo le transenne per rimuovere più di metà del terrapieno stesso e, in questo modo, forse si salverebbero solo gli alberi più interni, ma la barriera naturale composta da piante verrà eliminata. Poi, come al solito, ci hanno promesso che le ripiantano».

Non è dunque il nuovo edificio scolastico a minacciare gli alberi del parco Don Bosco oggi, ma i lavori per il tram. In particolare, la strada dovrebbe essere allargata per fare spazio, oltre alle rotaie, agli autoveicoli, ma anche alla pista ciclopedonale.
Per scongiurare che ciò produca un ulteriore abbattimento di alberi, ieri il Comitato Besta ha scritto una lettera aperta al sindaco Matteo Lepore, in cui avanza una proposta alternativa: salvare il terrapieno e spostare all’interno del parco un percorso ciclopedonale non cementificato che si congiunga più a est con la pista ciclabile già presente e prosegua su via Garavaglia verso via San Donato.

«Siccome persone e bici già passano di lì – osserva Rocca – di fatto il sentiero c’è già e potrebbe essere allargato e abbellito, se è necessario».
Insomma, il Comitato Besta avanza una nuova proposta che va nella stessa direzione di quelle precedenti, relative invece alle scuole: evitare di sacrificare gli alberi, che in tempi di crisi climatica sono sempre più preziosi.

Nella lettera aperta al sindaco, però, il Comitato Besta è intervenuto anche sul progetto della scuola e ha risposto alle parole di Lepore, che ieri ai cronisti ha detto di non voler fare un braccio di ferro con i cittadini e di mantenere “a distanza” un confronto con loro.
«Noi il confronto lo abbiamo fatto anche non a distanza – osserva Rocca – ma quando ci è stato detto che il progetto non poteva essere cambiato e che al massimo si poteva realizzare una palestra più piccola di due metri per salvare tre alberi abbiamo pensato che non fosse il caso di perdere tempo».

L’appello rivolto al primo cittadino è sempre quello: desistere dal progetto di realizzazione di un nuovo edificio che sacrificherebbe decine di alberi. Se non verrà raccolto, il rischio è che si riproponga la situazione dello scorso 3 aprile, quando le forze dell’ordine sono entrate nel parco e hanno manganellato le centinaia di persone accorse per difenderlo.
«Noi non abbiamo intenzione di mollare – sottolinea Rocca – Certo che se arrivano i manganelli devi mollare per forza. Noi siamo disponibili a un confronto serio, perché è chiaro che se continuano a dirci salviamo due faggi e una farnia per noi è poco».

ASCOLTA L’INTERVISTA A DANIELA ROCCA: