Samuele Rossi, Michele Mellara e Alessandro Rossi celebrano Berlinguer, storico leader del partito comunista italiano, e le sue idee con due film. Il primo, un documentario dal titolo “Prima della fine – gli ultimi giorni di Enrico Berlinguer” diretto da Samuele Rossi, in sala da oggi, e l’altro, “Arrivederci Berlinguer!”, girato da Michele Mellara e Alessandro Rossi.
Pellicole tratte da materiali d’archivio che permettono di comporre la memoria di un politico che anticipò temi contemporanei, come la questione femminile e quella giovanile, l’ambiente, il problema delle risorse naturali ed energetiche, la critica del capitalismo e del consumismo, l’idea di un governo mondiale, la pace, il disarmo, l’attenzione per la rivoluzione informatica e il suo impatto sul mondo del lavoro e sulle società democratiche.
A quarant’anni dalla scomparsa di Berlinguer il cinema lo ricorda con i film di Samuele Rossi e quello di Michele Mellara e Alessandro Rossi
«L’11 giugno di quarant’anni fa morì Enrico Berlinguer – ha esordito Samuele Rossi, regista di “Prima della fine – gli ultimi giorni di Enrico Berlinguer”. «E presentare il documentario sui suoi ultimi giorni di vita la stessa data è stato emozionante».
Settantacinque minuti di pellicola con cui il regista ha cercato di ricostruire i sette giorni che vanno dal suo comizio a Padova, il 7 giugno del 1984, al giorno della morte e fino a quello dei funerali, il 13 giugno. Da quel momento è cambiato tutto, la sua scomparsa ha segnato la vita dei compagni che lo seguivano come leader del Pci, ma non solo, ha tracciato una linea di separazione nel modo in cui si fa politica marcando un prima e un dopo. «È stato un momento di svolta. Da quel giorno, la politica è cambiata. Sono nato in quell’anno, l’84, e non ho fatto in tempo a conoscere Berlinguer, ma conosco la politica di oggi. È cambiata la visione».
La ricerca di un punto di incontro per risolvere problemi comuni, questo era il metodo Berlinguer. Rossi ammette: «Ne ero attratto. Aveva idee così lungimiranti e imparagonabili alla capacità attuale della politica di proiettarsi nel futuro». È questa ammirazione che l’ha spinto più di tre anni fa a pensare a un progetto su di lui, «qualcosa che arrivasse a tutti e che spiegasse Berlinguer a chi, come me, non l’aveva conosciuto. Una narrazione documentaristica: ai video doveva corrispondere una scrittura funzionale». I materiali montati sono originali «vengono dagli archivi della Rai, da quello del Movimento operaio e del Partito Comunista, ma anche dalle televisioni locali private che avevano seguito ogni fase di quei giorni».
ASCOLTA L’INTERVISTA A SAMUELE ROSSI:
Ugualmente ispirati da questa figura sono stati Michele Mellara e Alessandro Rossi, che hanno realizzato il film “Arrivederci Berlinguer!”. Un lavoro di assemblaggio il loro che, partendo dal documentario “L’addio a Enrico Berlinguer” girato nel 1984, ha attraversato il momento della cerimonia dei funerali di Berlinguer intervallandoli a video di lui vivente, che provenivano dagli archivi del Movimento operaio e democratico. «Volevamo fare un ritratto completo di Berlinguer, un politico – si legge nel comunicato stampa – ma anche un uomo di grande spessore. Ci siamo riusciti grazie al montaggio, alternando le immagini dei gesti, delle espressioni, delle persone in piazza durante i funerali, a quelle dei suoi comizi. Tutti documenti ufficiali del tempo. Un grande contributo l’ha dato anche la colonna sonora composta da Massimo Zamboni (chitarrista dei Cccp – Fedeli alla linea): ha la capacità di coinvolgere il pubblico, gli spettatori, e di accompagnarli nell’atmosfera di quei giorni. Da questa unione di linguaggi emerge il legame che Berlinguer aveva creato con le persone. Un’immersione nel film e nella storia che permette anche alle generazioni più giovani di conoscere quella personalità, quelle idee e la loro portata di grande attualità».