“Il valore dell’immigrazione”, lo studio della Fondazione Leone Moressa che analizza il rapporto tra comunicazione e stereotipi sull’immigrazione, con particolare attenzione alla dimensione economica del fenomeno. Repubblica, Corriere e Sole 24 Ore nei primi sei mesi del 2014 hanno parlato soprattutto di sbarchi, cronaca, criminalità, proteste e in toni allarmistici. Eppure i migranti producono l’8,8% del Pil, pari a 123 miliardi.

Che la stampa mainstream italiana parlasse di immigrazione in modo stereotipato, alimentando pregiudizi e fomentando la paura è una cosa ormai piuttosto nota. Uno studio della Fondazione Leone Moressa, però, ora certifica in modo scientifico come i principali quotidiani italiani alimentino l’allarme e sottolineino solo gli aspetti legati alla criminalità e agli sbarchi, “dimenticandosi” gli aspetti positivi, come il grande contributo che gli stranieri che lavorano nel Paese danno alla nostra economia.

Il valore dell’immigrazione“, questo il titolo della pubblicazione, analizza il rapporto tra comunicazione e stereotipi sull’immigrazione, con particolare attenzione alla dimensione economica del fenomeno.
Sono 2,4 milioni i migranti occupati nel nostro territorio nazionale e complessivamente rappresentano una forza-lavoro pari all’8,8% del Pil.
Ogni anno le braccia e le menti provenienti da altri Paesi producono una ricchezza pari a 123 miliardi di euro. Il tutto nonostante l’Italia sia uno dei paesi dell’Unione Europea con il più alto differenziale di reddito tra autoctoni e stranieri, collocandosi al 22° posto del ranking dell’Ue 28. In particolare, negli anni della crisi i redditi degli stranieri sono diminuiti dell’11,7% e quelli degli italiani sono aumentati appena del 2,6%.

Ciò evidentemente non basta alle redazioni dei principali quotidiani per scrivere di immigrazione in modo completo, tenendo conto anche del prezioso apporto che i migranti danno al Paese.
Analizzando gli articoli pubblicati nei primi sei mesi del 2014, quindi a poca distanza dalla strage di Lampedusa, Repubblica, Corriere e Sole 24 Ore hanno dato risalto soprattutto ad emergenza ed allarme sociale. Il tema dell’immigrazione è generalmente inserito in fatti di cronaca, con una tendenza ad appiattire il fenomeno ad ambiti ben definiti, con protagonisti e toni stereotipati. Come bilanciamento molto parziale di questo modo di affrontare il fenomeno, Repubblica da spazio a notizie sull’integrazione, mentre il Sole 24 Ore qualche sprazzo sull’economia dell’immigrazione.

In ogni caso il grosso dell’inchiostro versato dai media mainstream si è concentrato sulle cronache degli sbarchi. La terminologia utilizzata sottolinea, da un lato, il ruolo dell’Italia nelle operazioni di “soccorso” e “salvataggio”, cui beneficiano i “migranti”. Dall’altro lato, però, si calca su concetti come “emergenza”, “difficoltà di gestione” dei centri di accoglienza, dei “trasferimenti”. In questo caso i migranti diventano “profughi” ed “extracomunitari”.