A Bruxelles l’ennesimo vertice del Consiglio europeo sui migranti, che discute dell’accordo con la Turchia. Oggi sembra essere stata trovata una “posizione comune”, ma resta l’allarme lanciato da Onu e associazioni per i diritti umani: l’intesa viola i trattati internazionali e la Convenzione di Ginevra.

A Bruxelles si sta svolgendo il Consiglio europeo, il terzo in un mese, che cerca di trovare una difficile convergenza sull’emergenza migranti. Quesrta mattina una dichiarazione rituale, ma non formalizzata: i 28 avrebbero trovato una posizione comune.
Quello dell’emergenza migranti, in ogni caso, resta un tema che, negli ultimi mesi, ha mostrato un’Europa divisa, con iniziative unilaterali di singoli Stati membri, contraddistinte da chiusura e xenofobia.

L’accordo con la Turchia, appena due settimane fa, sembrava un’ottima occasione per lo scaricabarile europeo ma, da un lato, Ankara ha alzato la posta e, dall’altro, anche nell’Ue sono emersi malumori di vario tipo. Da Cipro che ha resistenze verso una Turchia sempre più parte della comunità europea a Francia e Spagna che si rendono conto di quanto l’accordo violi i trattati internazionali.
Ad esprimere contrarietà ai contenuti dell’intesa con la Turchia è stato anche l’Onu, che ha condannato le deportazioni di massa di migranti contenute nell’accordo.

Alla vigilia del vertice in corso, Oxfam, Acli, ARCI, Asgi, Caritas, Centro Astalli, Consiglio Italiano per i Rifugiati, Medu e Senza Confine hanno scritto una lettera-appello al premier Renzi, affinché
si faccia promotore di una politica migratoria in grado di mettere fine alla disastrosa situazione umanitaria creatasi in Grecia e nei Balcani e di garantire il diritto alla protezione internazionale sancito dalle normative europee e dalla convenzione di Ginevra.

I negoziati in corso tra Unione europea e Turchia per il respingimento di tutti i migranti giunti sulle coste greche, vengono definiti nell’appello “una violazione senza precedenti del diritto europeo alla protezione internazionale e della Convenzione di Ginevra sulla protezione dei rifugiati“, come conferma ai nostri microfoni Elisa Bacciotti, direttrice delle campagna di Oxfam Italia.

Le associazioni, in particolare, dicono basta ai respingimenti collettivi verso i paesi di origine e di transito, chiedono che venga garantito a tutti i migranti l’accesso a una piena e chiara informazione sulla possibilità di chiedere protezione internazionale e ribadiscono la necessità di aprire canali legali, sia riservati ai richiedenti protezione internazionale che alla migrazione per lavoro.

Infine si concentrano sul destino dei siriani, considerati alla stregua di merce di scambio nell’accordo tra Ue e Turchia. “È inaccettabile – scrivono – vincolare i programmi di reinsediamento al respingimento di un pari numero di migranti irregolari, come se le persone fossero pacchi da spostare, prive di bisogni e di diritti”.