In piazza per chiedere di fermare la strage di migranti nel Mediterraneo. Dopo l’immane tragedia dei giorni scorsi si tiene oggi una giornata di mobilitazione nazionale di solidarietà e di accusa verso le istituzioni italiane ed europee. Nel giorno del 70° anniversario della Liberazione a Bologna andrà in scena un presidio davanti alla prefettura.

Bologna scende in piazza contro la strage dei migranti

Rischiano di essere più di mille, in pochi giorni, i morti nel Mediterraneo, in quelle che sono a tutti gli effetti stragi annunciate. Stragi continue, che hanno precise responsabilità: le scelte politiche miopi e l’indifferenza dei governi europei. Ogniqualvolta si verificano tragedie di una certa portata, come quella al largo della Libia nella notte tra sabato e domenica, si assiste a un consueto, stantio, patetico rincorrersi di proclami e dichiarazioni di impegno, che finiscono sempre per rimanere lettera morta. In attesa di capire se – e come – questa volta si muoverà concretamente qualcosa, è stata indetta per la giornata di oggi una mobilitazione nazionale per chiedere di fermare subito la strage di migranti nel Mediteraneo.

Un moto spontaneo ha spinto Cgil, Cisl e Uil a livello nazionale a proclamare questa manifestazione coinvolgendo tutte le associazioni che sul territorio lavorano su questi temi. A Bologna è stato organizzato un presidio in Piazza Roosvelt alle 17 con Arci, Libera, Comitato Salviamo la Costituzione, Anpi. Nel giorno in cui sotto le Due Torri si celebra la Liberazione dal nazifascismo, “vogliamo rinnovare la solidarietà e l’accoglienza che sono alla base del nostro sentimento di convivenza civile a Bologna – afferma Annarosa Rossi dello Sportello stranieri Cgil di Bologna – Abbiamo già provveduto a chiedere un incontro con il prefetto, perché crediamo che soprattutto i prefetti possano essere di stimolo nei confronti dei governi per modificare questi regolamenti”.

Una giornata per esprimere solidarietà, ma anche e soprattutto per lanciare un appello forte e chiaro ai governi di tutta Europa e alla comunità internazionale perché si assumano impegni precisi per porre fine a questa tragedia immane. “È l’ennesima manifestazione a seguito di quelle che sono morti annunciate – spiega Rossi – L’Unione Europea e l’Italia devono prendere sul serio il problema e cambiare completamente le politiche migratorie. Le soluzioni che propongono non risolvono assolutamente il problema, non si possono bloccare le navi o presidiare le coste, così come non si può pensare che sia sufficiente Mare Nostrum. Quello che serve – sottolinea Rossi – sono seri canali umanitari con cui le persone possono trovare un punto di appoggio dai posti da cui scappano verso i paesi in cui vogliono spostarsi. Occorre un nuovo sistema di accoglienza europeo con la modifica del Regolamento di Dublino“.

Ogni singolo paese ragiona solo sui suoi egoismi. Quste persone scappano perché non hanno alternative e continueranno a scappare, e non è certo con un regolamento che si fermeranno. Noi dovremmo avere un obbligo di tutelare queste persone“, conclude Annarosa Rossi.