Domani e venerdì il Consiglio europeo torna a riunirsi per ratificare in modo definitivo l’accordo con la Turchia. Dopo le proteste delle associazioni umanitarie e i moniti dell’Onu, però, Spagna e Cipro frenano sull’intesa.

Entro venerdì l’Unione Europea conta di arrivare all’accordo definitivo con la Turchia per il blocco dei flussi migratori verso il Vecchio Continente. L’accordo tuttavia ha trovato sulla propria strada le bocciature delle associazioni umanitarie, delle Ong e delle Nazioni Unite che si oppongono apertamente all’idea di rimandare verso la Turchia tutti i migranti in arrivo sulle coste greche, alla luce del principio per il quale l’Unione Europea dovrebbe analizzare in maniera individuale la domanda di ogni richiedente asilo e per effetto del fatto che la Turchia concede lo status di rifugiato solo ai cittadini europei, avendo ratificato la Convenzione di Ginevra ma non il protocollo che ne elimina i limiti geografici.

Un ulteriore ostacolo all’accordo è rappresentato da Cipro, che ha fatto sapere che si opporrà all’apertura di nuovi capitoli negoziali, in modo da ostacolare l’adesione turca all’Unione Europea. “Ankara – ha ricordato il presidente cipriota – ha definito Cipro come ‘defunta’” e ha ribadito, anche recentemente, di non riconoscere il Paese.
Alle dichiarazioni del leader cipriota fa eco il ministro degli Esteri spagnolo, che ritiene l’intesa raggiunta con la Turchia inaccettabile, poiché è contraria al diritto internazionale, alla Convenzione di Ginevra e all’articolo 78 dei Trattati Ue. “Abbiamo bisogno di correggere queste insufficienze – ha aggiunto – perché la Spagna vuole un accordo coerente e compatibile con la legalità internazionale e straordinariamente rispettoso dei diritti umani di chi fugge dal proprio Paese a causa della guerra”.

L’Italia si trova divisa al suo interno tra posizioni favorevoli e posizioni contrarie. La disputa sul tema ha come comune denominatore “il rispetto dei diritti umani e della libertà di stampa” come espresso dal presidente del Consiglio Matteo Renzi a Montecitorio. Il leader italiano, in ogni caso, si mostra favorevole all’accordo.

Il Consiglio Europeo si riunisce di nuovo domani per la terza volta in un mese. Al centro del summit ci sono sia gli accordi tra Bruxelles e Ankara sia l’emergenza immigrazione. “Questo è il segnale che qualcosa non va – ha sottolineato Renzi alla Camera – innanzitutto nel metodo prima che nel merito. Il Consiglio europeo è convocato per prendere delle decisioni che ahimè non vengono eseguite”.

Alessia Caizzone