Questa sera al Pop Up Cinema Arlecchino torna in sala “L’ultima isola”, il docu-film di Davide Lomma che documenta la tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013, quando in un naufragio trovarono la morte 368 migranti. Si tratta appunto di un ritorno perché la pellicola è già stata proiettata in anteprima mondiale durante l’ultima edizione del Biografilm Festival, all’interno della quale si è aggiudicata il premio del pubblico.
Protagonista del film e della vicenda è Vito Fiorino, che quella notte, sulla sua barca, scoprì per primo il naufragio e, in attesa dei soccorsi, salvò la vita a 47 persone. Attimi che l’uomo ricostruisce ai nostri microfoni.

L’intervista a Vito Fiorino che salvò 47 migranti a Lampedusa

Nella notte del 3 ottobre 2013, Vito con i suoi 7 compagni di gite marinare, escono per una battuta di pesca a bordo della Gamar, la barca in legno di 9 metri rimessa in sesto da Vito stesso. Quasi all’alba, sentono degli strani suoni. «Io pensavo fossero gabbiani», racconta Fiorino ai nostri microfoni.
Riprendendo a navigare, poco distante scoprono un mare coperto di teste: sono migranti africani. Ne riescono a salvare 47, tirandoli su a mani nude. Per altri 368 uomini e donne non ci sarà nulla da fare.

«In quel momento non c’è stato tempo di pensare a niente – racconta l’uomo – Avevo però tanta paura, data dal fatto che li avremmo voluti salvare tutti».
Vito insieme agli amici allertò subito la Capitaneria di porto, che però ci mise un’ora per raggiungere il luogo del naufragio. E quando lo fece impartì un ordine che ancora oggi è ciò che ha segnato la vita di Fiorino: il divieto di salvare altre persone.
Vito, ripensando a quegli eventi, li descrive come ciò che gli ha cambiato la vita, diventando una missione, quella di incontrare studenti, associazioni per testimoniare quanto accaduto.

Prima di quel 3 ottobre, Vito Fiorino si occupava di falegnameria e poi di gelateria. Ma è la prima ad avergli dato le competenze per ristrutturare l’imbarcazione sulla quale, poi, avrebbe ospitato 47 naufraghi. «La barca è omologata per appena nove persone e noi eravamo in otto», sottolinea ai nostri microfoni.
«“L’ultima isola” non è solo la narrazione di una tragedia senza alcuna spettacolarizzazione della sofferenza – sottolinea il regista Davide Lomma – È invece un racconto sulla forza dell’amicizia e la capacità di trasformare una tragedia in un momento di rinascita collettiva. In un contesto geopolitico segnato da divisioni e indifferenza verso i migranti, il film vuole esprimere uno slancio vitale di rinascita, coraggio, speranza e diciamolo pure – afferma il regista – di amore tra esseri umani».

Oltre al premio al Biografilm, il docu-film è stato riconosciuto Film d’Essai dal Ministero della Cultura, ovvero come film di ricerca e sperimentazione di qualità, avente particolari meriti culturali ed artistici, e si è aggiudicato il “Best Documentary” al Berlin Indie Film Festival 2024 e il Premio “Mario Paciolla” al Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli 2024.
La proiezione di questa sera è prevista alle ore 21.15.

ASCOLTA L’INTERVISTA A VITO FIORINO: