“Legalize Mestruazioni” la campagna realizzata da Cheap, collettivo di arte pubblica, per l’ong WeWorld chiede, a caratteri cubitali sui manifesti diffusi nel centro di Bologna, giustizia per le persone che hanno le mestruazioni.
La campagna verrà presentata durante il WeWorld Festival Bologna domani, venerdì 18 ottobre, con l’evento gratuito “Legalize mestruazioni. Dalla Street Poster Art ai podcast per raccontare che le mestruazioni non sono solo ‘cose’, da donne”.
Diritti mestruali, Cheap e WeWorld presentano la campagna “Legalize Mestruazioni”
«Quando c’è giustizia mestruale tutte le persone che hanno le mestruazioni possono accedere ai prodotti mestruali che desiderano, sono libere di decidere per il proprio corpo, ricevono informazioni adeguate e possono vivere il proprio ciclo mestruale libere da stigma e da disagio psicologico», osserva Martina Albini, responsabile del Centro Studi di WeWorld. WeWorld opera da anni sia a livello nazionale che a livello internazionale sui temi della giustizia mestruale.
La campagna propone l’abbattimento di stigma e tabù su mestruazioni e menopausa, l’introduzione dell’educazione alla sessualità e all’affettività nelle scuole e del congedo mestruale sia a scuola che a lavoro.
L’argomento è trattato come una questione di diritti umani, si parla di tampon tax, il congedo mestruale è rivendicato come una forma equa di welfare e si promuove il superamento della povertà mestruale.
«Non sono professionali, non sono sexy, non sono pulite, non sono interessanti. Non riguardano tutti, sono una “cosa da donne”. A questo punto, ci è venuto il dubbio che non fossero nemmeno legali: da qui il titolo della campagna, Legalize Mestruazioni», commentano da Cheap.
«Se 2 miliardi di persone mestruano, la salute mestruale diventa una questione di salute pubblica – osserva ai nostri microfoni Sara Manfredi co-founder di Cheap – Abbiamo fatto un lavoro creativo e di copy a partire dal copioso materiale che WeWorld ci ha fornito e ha messo insieme negli anni, abbiamo individuato alcune questioni, una è quella della tampon tax che nel nostro Paese cambia a seconda del governo in carica, quindi siamo partiti dal 22%, poi c’è stato un governo che l’ha messo al 5, l’attuale l’ha riportato al 10». spiega poi, «
Da un punto di vista di linguaggio, Manfredi spiega che c’è una sorta di “new wave” che si è molto concentrata sulla graficizzazione del sangue, ripresa nei poster in cui campeggia anche un prodotto mestruale.
L’obiettivo di WeWorld è sensibilizzare l’opinione pubblica e creare consapevolezza sulla salute mestruale e dare vita a un movimento che attui cambiamenti culturali concreti, per garantire i diritti richiesti.
ASCOLTA L’INTERVISTA A SARA MANFREDI: