Dal 17 al 20 ottobre Bologna ospita la prima edizione cittadina del WeWorld Festival, un evento che coniuga temi sociali e culturali provenienti dall’Europa e dal Sud del mondo, portando in città una riflessione globale attraverso cinema, performance, conferenze e dibattiti. Nato a Milano, il festival vuole sensibilizzare il grande pubblico su questioni che riguardano diritti fondamentali come l’educazione, la salute e la parità di genere, temi centrali per WeWorld, ong che opera a livello internazionale e in Italia per difendere i diritti di persone vulnerabili.

La prima edizione di WeWorld Festival Bologna

La rassegna si articolerà in vari luoghi simbolo della cultura bolognese, tra cui la Cineteca, il DAMS Lab, il DAS e spazi dedicati ai giovani e ai bambini, offrendo una piattaforma per scoprire realtà spesso trascurate. Il festival si apre il 17 ottobre con la proiezione di “No Other Land”, un lungometraggio realizzato da un collettivo israelo-palestinese che affronta il tema dei conflitti e dell’identità.
Con una selezione di 12 lungometraggi e 5 cortometraggi, il WeWorld Festival esplora il concetto di “margini” non solo in senso territoriale, ma anche economico e sociale. Le opere in programma raccontano storie di esilio, ricerca di identità e lotte per uno spazio in un mondo che troppo spesso esclude.

Uno dei punti forti della rassegna cinematografica, sotto la curatela di Carlotta Piccinini, responsabile della sezione dedicata al gender, è l’identità di genere con la selezione di registe e registi appartenenti alla comunità queer. Tra i film da segnalare c’è “Queer Exile Berlin“, un’opera corale che esplora le vite di personaggi alla ricerca della propria identità a Berlino. Il film, sostenuto dal Goethe Institut, vedrà la partecipazione dei registi in sala, offrendo al pubblico un’opportunità unica di confronto.
Tra i progetti segnalati, CHEAP collabora al festival con un’iniziativa sulla “legalizzazione delle mestruazioni“, sottolineando l’importanza di un’educazione che promuova l’uguaglianza di genere.

Il festival non è solo cinema, ma anche formazione e attivismo. Saranno infatti organizzati convegni sulla giustizia ambientale e sulla crisi climatica, con un’attenzione particolare alla formazione dei giornalisti.
Nella sezione dedicata all’ambiente, due film particolarmente attesi sono “The Buriti Flower“, che racconta le battaglie degli indigeni dell’Amazzonia contro le politiche di deforestazione, e “The Battle for Laikipia“, che ci porta in Kenya per esplorare le lotte ambientali. Entrambi concorrono per il Premio per la Giustizia Ambientale, un riconoscimento dedicato alle produzioni indipendenti che affrontano temi cruciali per il nostro pianeta.

Infine, il Premio Giovanni Lo Porto, dedicato ai conflitti e alle migrazioni, si concentrerà sull’area mediterranea e mediorientale, con opere come “Diaries from Lebanon“, un documentario che ripercorre la crisi libanese dal 2018 a oggi.
L’ingresso a tutti gli eventi del festival è gratuito.