«La rabbia è un sentimento che sembra attraversare la società a tutti i livelli, siamo carichi di rabbia. Noi abbiamo pensato alla rabbia in maniera diversa, un invito a risignificarla, partendo da Pasolini. In particolare partiremo dal documentario che ha realizzato 60 anni fa che si intitola “La rabbia”, in cui lui con il suo sgurado da poeta legge ciò che gli sta intorno, dalle guerre alle grandi crisi internazionali». Così inizia la stagione autunnale di Teatri di Vita, raccontata dalle parole del direttore artistico Stefano Casi.

La programmazione autunnale di Teatri di Vita

Si parte giovedì 28 settembre proprio con “La rabbia” di Pasolini, riproposto a 60 anni dalla proiezione nella verione ricostruita di Bertolucci, per uno sguardo poetico di rabbia sulle crisi dei suoi tempi, che arriva fino a oggi. Si prosegue venerdì 29 con “XYZ Dialoghi leggeri tra inutili generazioni”, il format di Teatri di Vita che indaga il rapporto tra la nuova generazione e la politica istituzionale. Ospite della serata: Mattia Santori, leader delle Sardine e ora consigliere comunale di Bologna.

Dal 3 all’8 ottobre tocca a “Nakba – I nostri occhi sono i nostri nomi”, di Enrico Frattaroli. «La nakba è la catastrofe del popolo palestinese costretto all’espulsione dalle proprie terre» racconta Stefano Casi, che sottoliea l’inportanza di questo stettacolo-testimonianza che racconta una storia di esilio che accomuna tutto il popolo palestinese.

Da martedì 24 a venerdì 27 ottobre, con repliche anche sabato e domenica, il palco di Teatri di Vita ospita Gaetano Callegaro con “Conversazione con la morte”. A 100 anni dalla nascita e 30 dalla morte, un appassionato omaggio a Giovanni Testori: il testo di una conversazione che apre alla speranza, coinvolgendo il pubblico in un viaggio di intensa emozione.

Andrea Adriatico con “Le amarezze” dal 2 al 6 novembre porta invece per la prima volta in scena in Italia il testo giovanile di Bernard-Marie Koltès, ispirato al romanzo “Infanzia” di Gor’ki. Il 10, 11 e 12 novembre sarà messo in scena “Suns”, uno spettacolo tratto dal testo di Achternbusch, un flusso di coscienza di una donna in cinque fasi diverse della propria vita, tra speranze, frustrazioni, desideri e disillusioni. Con la regia di Lelio Lecis.

Dall’Ucraina uno spettacolo di danza contemporanea che non lascia indifferenti: “Beauty of Beast” di Anton Ovchinnikov. «Un lavoro molto intenso, ironico a tratti e molto sottile. Racconta il contrasto tra la grande tradizione di bellezza russa e questo momento di guerra» racconta Casi. Si chiude il 12-16 dicembre con “Ok boomer – Anch’io sono uno stronzo” di Babilonia Teatri, uno spettacolo tra consumismo, capitalismo e scontro generazionale.

ASCOLTA L’INTERVISTA A STEFANO CASI: