La marcia Perugia-Assisi quest’anno va in Medio Oriente a chiedere la pace e la soluzione del conflitto più lungo dell’era moderna. Dal 27 ottobre al 3 novembre tappe in Israele e Palestina per rilanciare la non-violenza. Lotti: “La pace è lo strumento per uscire dalla crisi”.

La tradizionale marcia per la Pace Perugia-Assisi, che mobilita i pacifisti dello Stivale, quest’anno viaggia all’estero. Nessuna camminata tra le due città umbre, ma una “Missione di Pace” vera e propria a Gerusalemme e tra le città di Israele e Palestina.
“La Pace sembra ormai una parola senza senso in quei territori – osserva Flavio Lotti, portavoce della Tavola per la Pace – ma noi riteniamo che sia ancor più urgente e necessaria”.
Gli attivisti cammineranno per una settimana per entrare a contatto con le persone, ascoltarle e cercare di capire quali sono gli stumenti e le strade da seguire per uscire dal conflitto.

“La Pace è anche lo strumento per uscire dalla crisi attuale. – osserva Lotti – Sbagliamo a pensare che la crisi sia una cosa interna al nostro Paese: è un problema mondiale e la pace è lo strumento per uscirne, poichè significa partire dai bisogni delle persone e dalle possibilità di convivenza e reciproco rispetto”.
È dunque importante per i Costruttori di Pace rilanciare anche il movimento, che negli ultimi anni è sembrato a dir poco indebolito.

“Da un lato scontiamo un problema di informazione e comunicazione – lamenta il portavoce – poiché subiamo una vera e propria censura delle notizie sui conflitti e, più in generale, su quanto accade nel mondo”. Assenza di copertura mediatica che si fa ancor più grave quando riguarda il servizio pubblico.
Dall’altro lato, però, Lotti non nasconde anche le difficoltà del movimento: “La crisi e vent’anni di berlusconismo hanno diviso le persone”.
Proprio per questo, serve rilanciare un’altra idea di politica e di relazioni internazionali.