Ha una doppia chiave di lettura “Non ci dà pace”, il titolo del reading per il disarmo che si terrà venerdì 18 aprile, alle ore 18.00, in piazza Nettuno a Bologna. Da un lato, infatti, si può intendere come il fatto che «la guerra non ha mai risolto alcun problema», come osserva Valerio Minnella, uno degli organizzatori, ai nostri microfoni. Ma il titolo può essere interpretato anche come la constatazione di quanto la guerra sia diventata un’ossessione nel discorso pubblico, con un bellicismo veicolato a reti quasi unificate a cui l’iniziativa di venerdì vuole rappresentare un’antitesi.
Il reading autoconvocato per il disarmo: “La guerra non ci dà pace”
In piazza Nettuno arriveranno personaggi del mondo della cultura, dell’informazione, dell’arte e semplici cittadini che hanno aderito in modo entusiasta alla proposta avanzata da due persone, lo stesso Minnella insieme a Beppe Bottaro, senza l’appoggio di organizzazioni, associazioni o partiti. Una vera iniziativa dal basso, con puro spirito civico. «Mentre l’oscena ideologia assassinista chiama alle armi – si legge nel documento di indizione dell’iniziativa – noi chiamiamo alle parole, chiamiamo a voci e suoni dissenzienti, chiamiamo al disarmo, alla diserzione, alla pace».
Le parole, dunque, come forma di lotta «contro guerra, militarismo, spese e idiozia militare in ogni forma, per la pace, la fratellanza, la solidarietà fra i popoli, ben sapendo che ogni soldo speso per le armi è rubato a sanità, ambiente, scuola, ricerca, occupazione, cioè alla nostra vita».
Minnella, che a causa della sua obiezione di coscienza alle armi e alla guerra fece anche la galera, spiega che in piazza venerdì le persone leggeranno un proprio o altrui scritto. «Non riusciremo a far parlare tutte le persone di cui abbiamo ricevuto l’adesione, per cui tutti gli scritti saranno pubblicati sul sito antimilitarista selapatriachiama.org».
Da Alessandro Bergonzoni a Benito Fusco, da Franco Berardi “Bifo” a Donatella Allegro, da Tita Ruggeri a Wu Ming, da Fausto Anderlini a Carlo Rovelli, da Valerio Monteventi a Chiara Prodi, passanto per i giornalisti Paolo Soglia, Alessandro Canella e Beppe Ramina fino a studenti e studentesse del Liceo Minghetti e del Liceo Copernico: è lunga la lista delle adesioni alla chiamata.
«La sfida – sottolinea Minnella – sarà portare persone in piazza, perché oggi è difficile anche con il supporto di organizzazioni strutturate». Eppure l’alta adesione è indice di quanto il tema sia sentito, nonostante un mondo mediatico mainstream che rema in direzione contraria e oscura ogni forma di dissenso alle retoriche belliche.
Sempre nel documento di presentazione vengono citate le frasi di due scrittori, Carlo Cassola e Hannah Arendt. Il primo, che fu partigiano, affermava che «Chi non capisce che il disarmo è il terreno dello scontro decisivo tra progresso e reazione, tra civiltà e barbarie, è di destra anche se si proclama di sinistra», la seconda osservò che «La guerra non restaura diritti, ridefinisce poteri».
ASCOLTA L’INTERVISTA A VALERIO MINNELLA: