Il Parlamento della Corea del Sud ha già depositato la richiesta di impeachment per il presidente Yoon Suk-yeol, resosi protagonista ieri di una tentata (e fallita) torsione autoritaria nel Paese asiatico.
Tutto è cominciato quando Yoon Suk-yeol ha imposto la legge marziale, inviando militari nelle sedi istituzionali del Paese, con il pretesto che la maggioranza del Parlamento sarebbe nelle mani della Corea del Nord, storicamente nemica di Seul.

Corea del Sud, il gesto disperato di Yoon Suk-yeol

Il golpe è stato scongiurato anche grazie al partito conservatore di cui fa parte Yoon Suk-yeol, che in parte ha votato contro la legge marziale voluta dal presidente. Nel frattempo nel Paese sono scoppiate proteste e manifestazioni contro il tentativo antidemocratico, che nella serata di ieri è apparso scongiurato.
«È stato un tentativo da un lato inaspettato e dall’altro maldestro e disperato, anche se si è concluso bene», commenta ai nostri microfoni Marco Milani, ricercatore di Storia e istituzioni dell’Asia all’Università di Bologna.

Se le presunte infiltrazioni nordcoreane si sono rivelate ben presto un pretesto rigettato dal Parlamento di Seul, resta il mistero sulle vere ragioni che abbiano portato Yoon Suk-yeol a tentare questa torsione autoritaria.
«Probabilmente i motivi si possono far risalire alla crescente impopolarità dello stesso presidente presso l’opinione pubblica – osserva Milani – Un’impopolarità riscontrata da molti sondaggi e soprattutto dalle elezioni parlamentari dello scorso aprile che hanno dato una netta maggioranza al Partito Democratico».

Oltre a ciò, all’interno dei conservatori di cui Yoon è espressione sono via via cresciute in questi mesi le divergenze sulle scelte politiche. E non ultimo, la famiglia di Yoon Suk-yeol, in particolare la first lady, negli ultimi mesi è al centro di richieste di investigazioni da parte dell’opposizione per presunti casi di corruzione o altri illeciti.
«Anche questo ha contribuito ad esacerbare la situazione e probabilmente a spingere il presidente verso un’azione molto estrema», commenta il ricercatore.

Ciò che è certo fino a questo momento è che la carriera politica di Yoon Suk-yeol è finita. I conservatori si sono riuniti nella mattinata di oggi per discutere e spingono affinché dia le dimissioni, che al momento non sono arrivate.
Qualora non se ne vada spontaneamente, venerdì o sabato si voterà per l’impeachment chiesto dall’opposizione. Al momento all’appello mancano dieci voti dei 200 necessari per ottenere l’impeachment, ma secondo Milani alla fine della settimana quella quota potrà essere raggiunta.
A quel punto toccherà alla Corte costituzionale vagliare la richiesta e, in caso positivo, il primo ministro assumerà l’incarico ad interim per arrivare alle elezioni presidenziali nella tarda primavera.

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