Sabato scorso non era ancora entrato in vigore ufficialmente l’accordo per il cessate il fuoco e lo scambio di prigionieri tra Israele e Gaza che il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha aggiunto alla bandiera della Palestina, esposta sulla facciata di Palazzo D’Accursio (non senza contestazioni) mesi fa quella di Israele accanto a quella della pace.
Come per il primo vessillo, anche in questa occasione non sono mancate le polemiche politiche, stavolta anche interne alla maggioranza che guida il Comune. Coalizione Civica, infatti, ha detto di non condividere la scelta di Lepore, mentre il plauso è arrivato da Sinistra per Israele.
La bandiera di Israele su Palazzo D’Accursio: chi è a favore e chi contro
Gli schieramenti tra favorevoli e contrari, però, non sono finiti qui. La destra comunale, in particolare Lega e Fratelli d’Italia, hanno apprezzato la scelta, ma hanno colto l’occasione per la battaglia politica. Per la minoranza, infatti, con l’aggiunta della bandiera israeliana il primo cittadino avrebbe implicitamente riconosciuto di aver commesso un errore in precedenza, esponendo solo quella palestinese.
La scelta del vessillo di Tel Aviv arriva anche dopo settimane di tensioni con la comunità ebraica e, in particolare, con il suo presidente Daniele De Paz, che ha sempre criticato la scelta, ha disertato la manifestazione per la pace del primo gennaio e, sabato scorso, ha colto l’occasione delle tensioni in piazza nella manifestazione per Ramy per sostenere che la bandiera palestinese andasse rimossa in quanto pericolo per la sicurezza pubblica.
Tra i contrari al nuovo gesto di Lepore c’è il coordinamento Bologna per la Palestina, che contesta duramente la scelta. Il coordinamento parla di «un segnale gravissimo e irresponsabile di sostegno a uno Stato che continua a compiere crimini di guerra e crimini contro l’umanità». La richiesta al Comune, ribadita ai nostri microfoni anche da Stefania Minghini Azzarello del coordinamento, è quella di ritirare la bandiera israeliana «perchè non ci sarà mai una pace giusta fino a quando Israele non rispetterà di fatto i suoi obblighi nei confronti del diritto internazionale e del diritto umanitario e porrà fine al genocidio in corso, e al suo regime di colonialismo, occupazione e apartheid che dura da 76 anni».
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