Tre generazioni riunite in un loggione da una band senza tempo.

Andare al Teatro Regio di Parma, quello che fu il regno incontrastato del celebre maestro Giuseppe Verdi, a sentire un concerto di musica elettronica, è già di per sé curioso.  Andarci per sentire dei mostri sacri , ebbene si, parliamo dei Kraftwerk,  e del loro inconfondibile suono, è davvero singolare. Veri pionieri della musica elettronica in tutto il mondo, insieme a Giorgio Moroder, e al mitico (per me) Jean Michel Jarre,  i Kraftwerk sono tra coloro che  hanno il merito di essere tra i primi ad utilizzare nella musica dei suoni “extraterrestri”,  usciti dal famoso << mog modular>>, ed il loro risulta essere un vero spettacolo di arte “performativa”.  Questo storico gruppo, visionario per il tipo di musica e temi affrontati, giunge qui a Parma dopo due anni dalla data prevista. Il concerto infatti avrebbe dovuto tenersi nel 2020, ma per ovvi motivi, saltò. Il loro è  uno show tridimensionale, che ci catapulta su un pianeta parallelo, da guardare rigorosamente con gli occhialini 3D. Occhialini 3D che vengono forniti dal personale del teatro all’entrata. E’ uno spettacolo pulito, geometrico, ipnotico, che punta più a giochi e sfumature di  bianco e nero, pur non mancando anche  colori, peraltro mai  troppo sgargianti. Insieme a me, nel loggione n. 24 , a vedere i  Kraftwerk, ci sono  una coppia di ventenni, un signore di 45 anni ed il figlio di 17.

Generazioni quindi assai diverse, rispetto alle nostre, la mia e quella dei miei amici con sui sono venuto ad assistere questo evento. Tutti convenuti qui insieme,  per partecipare  a questo spettacolo, per certi versi “apocalittico”, e  questo fatto, questa reunion di diverse generazioni, rende l’evento ancora più esaltante e coinvolgente.  Sul palcoscenico è stato posizionato un telone che diventa un enorme video dove vengono proiettati, con magistrale sapienza e tempismo, molti video, che richiamano a catastrofi ambientali e nucleari, ad una società dominata e controllata dal computer (computerworld), dai numeri  a cui questo rimanda (il sistema binario), fino  allo spazio. Quello spazio, a cui noi tutti (o quasi) di quella generazione (anni ’60) guardavamo e pensavamo negli anni ’70, basti ricordare le serie televisive come Spazio 1999 o la saga di Star Wars, come possibilità di incontri e sviluppo della Umanità.  Ci siamo dunque, tra generazioni così diverse, ritrovati accomunati dalla passione per i Kraftwerk, e proprio  la coppia dei due giovani, ci raccontano  come questo gruppo abbia saputo rinnovare la propria musica,  che pur datata, è allo stesso tempo attuale. Dei vecchi pezzi è rimasto molto poco, solo gli accordi, mai tramontati, che trasmettono energia positiva, ma sono stati infatti rivisti e sapientemente rimodulati ed attualizzati, rendendoli  un eccellente e raffinato  sound, che richiama la trance dance,  i cui ricercati suoni e dissonanze  fanno di questo gruppo la vera differenza rendendolo unico e senza tempo.

Quindi 50-60 enni e ventenni assieme, dentro questo loggione che trasuda storia, grazie ad una musica, elettronica, che forse non ha mai smesso di interessare le generazioni che si succedono, e che forse è il genere musica che più di altri ha saputo interpretare i profondi e veloci cambiamenti che la nostra società ha visto negli ultimi 50 anni. I protagonisti:  la loro presenza sul palco è forte e minimalista allo stesso tempo. Non c’è una figura preminente, un leader, almeno, apparente,  ma quattro elementi che interagiscono all’unisono sulle loro avveniristiche consolle. Anche il loro saluto finale è misurato. Ad uno ad uno si esibiscono in una piccola performance personale singola, si sfilano dalla loro consolle, si posizionano sotto una luce predisposta che li illumina, e salutano, quasi si volessero defilare. Fino ad arrivare ad uno degli elementi storici, Ralf Hütter, ultimo a salutare dei quattro componenti. Cala il sipario. La gente termina di applaudire, consapevole di aver assistito ad un evento musicale storico. Me incluso.

A cura del Bolognese Volante, con la collaborazione di Massimo Meschieri e Tiziano Mori.

Qui di seguito l’elenco dei brani proposti durante il concerto.

Intro

NUMBERS

COMPUTERWORLD

HOMECOMPUTER

SPACELAB

AIRWAYS

AIRWAYS II

THE MANMACHINE

ELECTRIC CAFE

THE MODEL

AUTOBAHN KURZ+ INTRO

RADIO – ACTIVITY

METROPOLIS

TOUR DE FRANCE

TOUR DE FRANCE 03 XL

TEE

(DIE ROBOTER+INTRO)

PLANET OF VISIONS

MINI CALCULATORE / DENTAKU

COMPUTERLOVE

NONSTOP

BOING – MUSIQUE NON STOP