Uscita decisamente provata dal periodo pandemico (peraltro ancora in corso), la scuola chiede a gran voce, anche attraverso una ridefinizione organizzativa e dei ruoli delle figure che gravitano all’interno, di ritrovare il suo posto come elemento centrale della collettività.

A Bologna a provare a vincere questa scommessa è stato chiamato Daniele Ara, nuovo assessore alla Scuola della giunta appena insediatasi alla guida della città.

A lui abbiamo chiesto, dopo il tavolo coi sindacati in cui ha ribadito l’intenzione del comune di far riconoscere il livello D2 agli educatori scolastici in possesso dei requisiti necessari, come intenderà fare pressione e monitorare le cooperative coinvolte affinché ciò realmente avvenga. Più in generale, abbiamo affrontato il tema della valorizzazione della figura dell’educatore in ambito scolastico.

Inoltre, presa visione del nuovo DDL sulla concorrenza in cui il governo Draghi annuncia la necessità di una privatizzazione in massa di tutti i servizi pubblici locali, esautorando di fatto i comuni dalla loro funzione di garanti dei diritti dei cittadini, abbiamo provato a capire come si concilia tutto ciò con i bei proclami sull’esigenza, apparentemente condivisa da tutte le forze politiche nei giorni più duri della pandemia, di rifinanziare scuola e sanità pubbliche per rimetterle al centro del percorso di crescita collettiva della comunità.