Le manifestazioni contro il renzismo come arma di distrazione di massa

“Renzismo: arma di distrazione di massa”. La Rete dei Comunisti si trova stasera in assemblea al Terzopiano occupato di via Irnerio per organizzare le manifestazioni del 28 giugno a Roma e dell’11 luglio a Torino e per preparare il Controsemestre popolare. E sulle accuse di eversione: “Terrorista è chi gioca con la vita delle persone”.

La Rete dei Comunisti di Bologna promuove per questa sera, alle 20.30 presso il Terzopiano occupato di via Irnerio, un dibattito pubblico dal titolo: “Renzismo: un’arma di distrazione di massa“.
Un titolo che non lascia spazio alle interpretazioni e che Carlos Venturi, della RdC, spiega così: “Oggi la politica non è più rappresentanza dal punto di vista sociale, ma è uno strumento di disorientamento per le classi subalterne, che ovviamente non devono capire le dinamiche economiche e sociali, ma devono rincorrere dietro alle farfalle: Berlusconi, Renzi e Grillo”.

Secondo i comunisti, il 41% preso dal Pd alle europee rappresenta bene la necessità di fare piazza pulita di un’opposizione sociale ed è per questo che questa opposizione va ricostruita a partire dal semestre europeo a guida italiana, a cui occorre contrapporre un “controsemestre popolare“. Per farlo ci sono già due tappe: la manifestazione del 28 giugno a Roma e quella dell’11 luglio a Torino, a cui le forze antisistema bolognesi intendono partecipare.

Secondo Venturi c’è una sorta di filo rosso che lega fatti come l’accusa di eversione, evocata oggi da alcuni esponenti del Pd bolognese in seguito ad episodi di imbrattamento delle sedi, le denunce (sempre a Bologna) per la contestazione di Ross@ ad un convegno democratico e la repressione giudiziaria contro i No Tav. “Per le classi politiche subalterne – sostiene Venturi – non ci sono oggi altri strumenti per opporsi a quello che succede. Gruppi come quelli del Pd giocano con la vita e la salute delle persone e questo non è considerato terrorismo, mentre è considerato terrorismo opporsi a grandi opere come la Tav”.

Ma oggi è possibile, per gli oppositori al renzismo, dare vita anche ad una rappresentanza istituzionale? Per la Rete dei Comunisti è un discorso prematuro in Italia. “Le esperienze come la lista Tsipras – osserva Venturi – dimostrano che non è sufficiente mettere insieme diversi partiti per garantire una rappresentanza sociale. È invece il momento che le diverse lotte inizino a dialogare per dare vita ad un blocco di opposizione”.