«Una volta un giudice come me giudicò chi gli aveva dettato la legge. Prima cambiarono il giudice e subito dopo la legge». Sembrano profetici i versi di “Sogno numero 2”, brano di Fabrizio De André, nel descrivere ciò che sta cercando di fare il governo Meloni in tema di immigrazione.
Dopo il flop dell’accordo con l’Albania, la tensione fortissima con la magistratura sul trattenimento dei migranti e un decreto che pretendeva di stabilire per legge quali Paesi di provenienza fossero da considerare sicuri per potervi rimpatriare le persone, ora la maggioranza di destra vorrebbe cambiare i giudici che prendono queste decisioni.

Migranti, il governo vuole cambiare i giudici che decidono sulla detenzione amministrativa

Nelle scorse settimane è stato palpabile lo scorno del governo, trasformatisi in vere e proprie aggressioni verbali, nei confronti dei giudici che hanno sconfessato la decisione di deportare in Albania e sottoporre a detenzione amministrativa alcuni migranti. I piani della destra si sono scontrati contro il diritto, in particolare quello europeo, che sancisce garanzie per le persone che intendono presentare domanda di protezione internazionale e che provengono da luoghi non considerabili sicuri.
Lo stesso decreto con cui il governo si arrogava il diritto di decidere quali Paesi fossero o meno sicuri è stato rinviato alla Corte europea per verificarne la legittimità.

Tutti bastoni fra le ruote ad una maggioranza che sul tema dell’immigrazione si gioca la faccia, perché ha sempre promesso il pugno di ferro e, a causa della legge e dei diritti umani, non riesce a realizzarlo.
Di qui l’ultima proposta in ordine di tempo, quella di trasferire le decisioni sulle convalide dei trattenimenti dei migranti in detenzione amministrativa dalle sezioni specializzate dei tribunali, istituite nel febbraio del 2017, alle Corti d’Appello, dove non vi sono competenze specifiche e sono oberate di altri tipi di procedimenti.

«Questa proposta ci stupisce – osserva ai nostri microfoni Loredana Leo, avvocata e ricercatrice dell’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (Asgi – Lo scopo dell’istituzione delle sezioni specializzate sull’immigrazione era proprio consentire ai giudici di specializzarsi in materia e avere maggior tempo per occuparsi del tema».
Proprio Asgi oggi pomeriggio alle 18.00 realizzerà una diretta Instagram e YouTube per approfondire la questione. Oltre a Leo interverranno altri avvocati, precisamente Alberto Pasquero e Giulia Vicini.

Data la tempistica della proposta, il trasferimento delle competenze alle Corti d’Appello sarebbe «l’ennesimo tentativo di provare a superare quanto accaduto nelle scorse settimane – osserva Leo – A mio avviso, però, difficilmente si riuscirà a superare la questione devoluta alla Corte di Giustizia europea, perché sono normative del diritto europeo che in questo momento sembrano essere in contrasto con l’ordinamento italiano».
In altre parole, il diritto internazionale offre più tutele e diritti alle persone migranti di quante ne vorrebbe concedere il governo Meloni.

ASCOLTA L’INTERVISTA A LOREDANA LEO: