Negli ultimi tempi le cronache del Brasile si sono fatte sentire fino in Europa, portando questo Paese molto più vicino alla quotidianità di tutti noi e lontano dal racconto esotico e stereotipato che se n’è sempre fatto. Purtroppo però la fama che lo precede non è delle migliori, dato che è risaltato alle cronache internazionali per l’elezione di un governo filo-fascista guidato da Jair Bolsonaro, la soppressione dei diritti sociali, una violenza di strada legittimata dal governo stesso e, per concludere, la deforestazione massiccia dell’Amazzonia, con una conseguente perdita non solo a livello ambientale, ma anche culturale, dato che si tratta di zone abitate da alcune delle popolazioni più antiche del mondo.

È in questo clima politico-culturale che inizia a farsi spazio un movimento di opposizione e resistenza, fatto di piccole iniziative, come “Saùde e Alegria”, una ong che si occupa di preservare le popolazioni indigene, vere guardiane della Foresta che sostenta tutti noi.
Ai nostri microfoni, l’attivista Caetano Scannavino ha fatto un resoconto della sua esperienza con gli indigeni della regione del Parà, raccontando il continuo sfruttamento della foresta da parte di aziende che producono soia, cercatori d’oro (Garimpeiros) e la costruzione abusiva di dighe, che ha creato un forte conflitto sociale e alti tassi di mortalità dentro la foresta stessa.
Un problema amplificato da uno stile di vita che le popolazioni indigene non possono più portare avanti a causa della contaminazione delle acque.

La ong di cui fa parte Scannavino si è costituita attraverso una forma un po’ inusuale: un circo itinerante e una nave-ospedale. La modalità di circo, ci spiega Caetano, è stata scelta perché è più facile elargire un’educazione sanitaria e sessuale attraverso un insegnamento più leggero e diverso dalla classica interazione insegnate-alunni. Così facendo, nelle zone di azione di Saùde e Alegria, il tasso di mortalità infantile è stato ridotto del 70% e l’Oms ha riconosciuto l’importanza dell’operato di questa associazione.

Il ritratto delle popolazioni indigene che ci dipinge Caetano è disastroso. Negli ultimi anni sono stati bruciati ettari ed ettari di foresta per dar spazio a estrazioni minerarie, di oro, pascoli e piantagioni di soia. Tutto ciò ha contribuito all’estinzione di popolazioni o alla loro riduzione, anche perché va ricordato che il governo Bolsonaro non ha sottoscritto un accordo per le demarcazioni territoriali degli indigeni, ai quali spetterebbero di diritto.
Secondo il governo Bolsonaro, lo smantellamento dell’Amazzonia è una fake news, ma in realtà gli indigeni della regione del Mato Grosso si trovano a dover cacciare da soli i garimpeiros, che molto spesso finiscono per ucciderli. Anche indirettamente, gettando il mercurio nelle acque. Ed è così che innumerevoli popolazioni indigene stanno andando verso l’estinzione e con loro una grandissima fonte di saggezza e conoscenza che per secoli si è presa cura dell’Amazzonia.

Chiara Guerrieri

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