Il Comune di Bologna lo ha definito “ecodistretto”, ma per gli abitanti della zona sottolineano che si andranno ad impermeabilizzare diversi ettari di terreno in ex cave rinaturalizzate, a poca distanza dal sottopasso di viale Sabena completamente allagato nell’ultima alluvione, al punto da diventarne un’icona.
Si tratta del progetto urbanistico che insiste sulla zona Bertalia-Lazzaretto, che fa parte del Piano per l’Abitare. Dalle stesse informazioni sul sito del Comune di Bologna si apprende che in quell’area, tra l’abitato storico di Pescarola e il nuovo insediamento via Terracini, si ha l’intenzione di costruire in 11 ettari di terreno interessato da cave, 236 alloggi, tra appartamenti di edilizia sociale e alloggi destinati a studenti universitari. «I nuovi edifici potranno ospitare così circa 700 persone, di cui 180 studenti universitari».
Almeno 11 ettari impermeabilizzati: i residenti del Bertalia-Lazzaretto contestano l’ecodistretto
Il progetto urbanistico, però, incontra l’opposizione del Comitato Bertalia-Lazzaretto, che domani, sabato 29 marzo, si dà appuntamento alle 15.30 nella pagoda del parco Louis Braille, in via delle Borre 5/1, per un incontro che ha lo scopo di informare la popolazione residente sul progetto stesso.
Per l’occasione, racconta ai nostri microfoni Ugo Maccaferri del comitato, è stato realizzato anche un plastico di quella che sarà la zona dopo l’intervento urbanistico, per rendersi conto di quanto il verde della zona, che il comitato e il Wwf definiscono un “bosco urbano”, verrà sacrificato per fare spazio a palazzoni di dieci piani.

Nella zona, sottolinea Michela Balboni, sempre del comitato, sono già stati realizzati altri interventi urbanistici, come quello di via Terracini. E l’area è interessata dal People Mover, dalla tangenziale con il possibile allargamento del Passante e dai rumori e dall’inquinamento dell’aeroporto.
«L’Asl ha certificato che in questa zona c’è un 30% in più di malattie dovute all’inquinamento», riporta l’attivista.
Le preoccupazioni per la salute fanno il paio con quelle per la sicurezza. L’impermeabilizzazione di ettari di terreno non viene ritenuta opportuna visti i problemi idraulici e i ripetuti problemi alluvionali registrati in città. Nello specifico, appunto, il sottopassaggio di viale Sabena è stato completamente allagato e il suo svuotamento ha richiesto dieci giorni. La zona, inoltre, è sotto la “minaccia” sia del torrente Ravone che del fiume Reno.
ASCOLTA L’INTERVISTA A UGO MACCAFERRI E MICHELA BALBONI: