Due anni. Tanto è durata l’attesa per il concerto dei Pearl Jam, che sabato prossimo saranno a Imola dopo i rinvii dettati dalla pandemia. I fan hanno aspettato pazientemente, ma scalpitano per assistere al live della band di Eddie Vedder e soci, che da trent’anni e passando dal grunge al rock più classico, riempiono arene e palazzetti di tutto il mondo.
Alle 16.00 del giorno prima, venerdì 24 giugno, però, in modo molto strategico al Dams, in via Barberia 4, si terrà l’evento “I Pearl Jam e la filosofia“, rivolto a tutte e tutti coloro che amano la band statunitense, ma anche la cultura popolare e la filosofia.

La filosofia dei Pearl Jam alla vigilia del loro concerto a Imola

Tutto nasce da un libro, intitolato “Pearl Jam and philosophy” (edizioni Bloomsbury), che raccoglie saggi sugli spunti filosofici presenti nei brani dei Pearl Jam, ma anche nelle mode di abbigliamento e in altri aspetti della cultura pop che la band ha saputo interpretare.
Tra le firme del libro troviamo quella di Stefano Marino, professore associato dell’Università di Bologna che, a proposito di rockstar e filosofia, aveva già prodotto altre pubblicazioni, in particolare su Radiohead e Frank Zappa.
Per far capire cosa c’entrino i Pearl Jam con la fotografia, ai nostri microfoni Marino cita il ritornello di una loro canzone: «Even flow, thoughts arrive like butterflies». Qualcosa che assomiglia al “panta rei” di Eraclito, forse, ma per scoprirlo occorre andare alla presentazione di venerdì.

«Credo che molte forme della cultura popular, che sia il cinema, che siano i fumetti, che sia la musica – osserva il professore – possano avere implicazioni e valenze e risonanze filosofiche».
Proprio per questo, alla vigilia dell’attesissimo concerto, l’evento universitario a cui prenderanno parte quattro tra gli autori dei saggi contenuti nella pubblicazione. Un modo per discutere del messaggio e di ciò che i Pearl Jam rappresentano, prima di assistere al concerto di Imola.

C’è però tuttavia un modo per mettere in difficoltà un docente universitario appassionato dei Pearl Jam: chiedergli qual è l’album della band che preferisce.
«Qualunque fan di una band o di un artista sa che è la domanda più difficile – risponde Marino – C’è l’album che ami con la mente, quello che ami con il cuore. Io direi forse Vitalogy». Però poi aggiunge che pure Versus, No Code e Riot Act sarebbero in lizza.

ASCOLTA L’INTERVISTA A STEFANO MARINO: