“Frankenstein (a love story)” è il nuovo spettacolo della compagnia teatrale Motus, che debutterà il 13 e 14 ottobre al Teatro Arena del Sole di Bologna, inaugurando la Stagione teatrale 23/24. «Abbiamo scelto il sottotitolo (a love story) per dedicarci al grande amore che questo essere ibrido prova per gli umani, ma viene irrimediabilmente rifiutato per la sua non conformità fisica» racconta la fondatrice e coregista di Motus Daniela Nicolò.

Frankenstein (a love story)” inaugura la stagione 23/24 dell’Arena del Sole

“Frankenstein (a love story)” è il nuovo progetto di Motus che aprirà la Stagione del teatro dell’Arena del Sole. Il gruppo ha deciso di confrontarsi con l’immaginario di Mary Shelley, avvicinandosi a uno dei personaggi più inquietanti della letteratura europea, emblema della diversità e del pregiudizio umano. Lo spettacolo è diretto da Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande e vede in scena, insieme allo stesso Casagrande, l’attrice e performer Silvia Calderoni e l’attrice greca Alexia Sarantopolou; a firmare la drammaturgia è infine la studiosa Ilenia Caleo.

Motus è una compagnia teatrale che nasce a Rimini nel 1991 da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, producendo sin dalla fondazione spettacoli capaci di raccontare le contraddizioni del presente, fondendo arte e impegno civile. Il lavoro del gruppo è nomade, la compagnia è in costante movimento tra Paesi Europei e di tutto il mondo, portando non solo spettacoli ma anche un intenso programma formativo di incontri pubblici.

La compagnia ha deciso di lavorare su tre mostruosità: Mary Shelley nei panni della creatrice, Victor, il creatore, e il mostro, che la compagnia definisce la creatura. Mary Shelley è essa stessa figura mostruosa perché mostruosa è la sua immaginazione, quando la vediamo appena diciannovenne dare vita ad un’opera di questo tipo. Victor Frankenstein è una figura pienamente ottocentesca, che vuole conquistare le forze della Natura, ma ne è sopraffatto. La Creatura è invece una figura fragile, “un ibrido” che sta sul confine tra due mondi.

Lo spazio scenico in cui vediamo agire i personaggi è asettico e vuoto, ghiaccio e bianco a perdita d’occhio, un paesaggio straniante in cui la trama è organizzata attraverso il susseguirsi di scene numerate, 22 momenti per la precisione. L’opera su Frankenstein è così essa stessa un Frankenstein, un progetto composto dalla cucitura di diversi episodi, una composizione che si sviluppa con una struttura a scatole cinesi.

«Questa volontà di entrare in una società che tiene le porte chiuse sarà la parte principale che andremo a toccare» afferma Enrico Casagrande, ribadendo l’eco più ampia che l’opera di Mary Shelley possiede. La figura mostruosa di Frankenstein non è altro che un esempio del modo in cui l’Altro da noi viene percepito, e soprattutto di come gli uomini molto spesso si dimostrino insensibili e crudeli verso le persone “non conformi”.

Lo spettacolo, della durata di 1h e 20 minuti, andrà in scena venerdì 13 ottobre alle ore 20.30 e sabato 14 ottobre alle ore 19.00 nella sala Leo de Berardinis dell’Arena del Sole.

ASCOLTA INTERVISTA A DANIELA NICOLO E ENRICO CASAGRANDE: