“Caccia F-35, la verità oltre l’opacità” è il titolo del nuovo rapporto della campagna “Taglia le ali alle armi” sui cacciabombardieri. Già spesi 3,4 miliardi, mentre nei prossimi tre anni ne verranno spesi altri due, ma la sanità verrà tagliata. Vignarca: “Chiediamo al Parlamento di riprendere la discussione sul taglio al programma”.

“Nelle prime primarie sostenute, quelle in cui sfidò Pierluigi Bersani, Matteo Renzi disse che l’acquisto degli F-35 non era una priorità per il Paese. Ora che si sta formando il nuovo governo, noi chiederemo il conto”. È esplicito Francesco Vignarca, portavoce della Rete Italiana per il Disarmo e anima della campagna “Taglia le ali alle armi” contro il programma di acquisto degli F-35. Un tema che Sbilanciamoci è tornata a sollevare proprio nei giorni in cui il segretario Pd effettuava le consultazioni per la formazione di un nuovo governo.

Ma, ancor più che sul governo, la campagna chiede un impegno al Parlamento, che dovrebbe votare con coraggio la cancellazione del programma di acquisto. “Le blande mozioni presentate l’anno scorso sono state disattese dal Ministero della Difesa – osserva Vignarca – Quello che vorremmo è che il Parlamento tornasse a discuterne con mozioni che obblighino il governo a fermarsi”.
Lo stesso Parlamento che viene costretto a votare i tagli alla sanità, che per il prossimo biennio saranno di 1 miliardo di euro circa, mentre la spesa per l’acquisto dei cacciabombardieri si attesterà, di qui fino al 2016, intorno ai 2 miliardi di euro.

Caccia F-35, la verità oltre l’opacità” è il titolo del nuovo rapporto sui cacciabombardieri, presentato martedì a Roma. Per la prima volta, il dossier contiene anche dati ufficiali sui soldi che sono già stati spesi per l’acquisto dei primi 6 F-35.
“Accanto alle stime, che rimangono di 14 miliardi per l’acquisto e 52 miliardi per la gestione – spiega Vignarca – Noi oggi sappiamo che i primi F-35 ci sono costati 135 milioni di euro ciascuno, per un totale di 720 milioni”. 3,4 miliardi, invece, l’esborso già sostenuto per il programma.

Aspetto interessante, contenuto nel rapporto, è l’equiparazione con ciò che invece si sarebbe potuto (o si potrebbe) fare con i soldi spesi in un anno per gli F-35, anche a fronte dei continui tagli al sociale che l’austerity ha imposto negli ultimi anni. Con i 650 milioni annuali che vengono spesi si potrebbero garantire la messa in sicurezza di 600 scuole ogni anno, oppure la creazione di 26mila posti di lavoro qualificati da ricercatore, o ancora l’acquisto di 100 treni per pendolari o in alternativa l’avviamento al servizio civile di 96mila giovani.

La battaglia contro l’acquisto degli F-35 non è solo una questione da pacifisti e la campagna “Taglia le ali alle armi”. I report statunitensi sullo sviluppo dei cacciabombardieri rilevano continuamente dei problemi tecnici degli aerei e molti Paesi hanno già cancellato il programma.
“La questione deve interessare anche i cittadini che hanno a cuore come vengono spesi i soldi pubblici e si interessano a come un Paese struttura la propria difesa”, conclude Vignarca.