Montecitorio vota sì alla mozione del Partito Democratico che chiede il dimezzamento del programma di acquisto dei cacciabombardieri F35. Bocciate invece le mozioni di M5S e Sel che chiedevano la cancellazione. La Rete Disarmo: “Passo importante, ma vigileremo che il governo lo rispetti”.

Programma di acquisto ridimensionato

La Camera dei Deputati ha approvato oggi la mozione presentata dal Partito Democratico che chiede il dimezzamento del programma di acquisto dei cacciabombardieri F35.
Dopo un lungo dibattito e diverse mobilitazioni sul tema, Montecitorio impegna così al governo a tagliare nella prossima Legge di Stabilità il 50% delle risorse destinate ai costosi aerei militari.
Nel corso della discussione parlamentare sono però state respinte altre due mozioni, presentate rispettivamente da M5S e Sel, che chiedevano una scelta più coraggiosa: la cancellazione dell’intero programma.
La convergenza dei deputati si è invece attestata su una più mite soluzione, quella proposta appunto dal Pd, che aveva ottenuto parere favorevole dal governo.

“È al tempo stesso un’occasione sprecata e un passo in avanti”, afferma ai nostri microfoni Francesco Vignarca, portavoce della Rete Italiana Disarmo che proprio contro l’acquisto degli F35 ha dato vita da tempo alla campagna “Taglia le ali alle armi“.
Per Vignarca l’occasione sprecata consiste nell’aver bocciato le mozioni che chiedevano la cancellazione totale del programma, che peraltro rimane l’obiettivo dei pacifisti. Un’occasione che, nella notte, si è arricchita di un ulteriore elemento: i dubbi sollevati dalla Difesa statunitense sui costi di manutenzione dei cacciabombardieri.

Il passo in avanti, però, è rappresentato dal fatto che per la prima volta il Parlamento impegna con un messaggio chiaro il governo ad intervenire con una riduzione. “Ci sono stati diversi ordini del giorno su questo tema – ricorda Vignarca – ma nessuno fino ad ora indicava una cifra concreta. Ora, invece, il governo dovrà tagliare del 50% le risorse destinate agli F35 nella prossima Legge di Stabilità”.
Un fatto che, nonostante il voto di Montecitorio, non appare del tutto scontato ed è per questo che i disarmisti terranno alta l’attenzione e verificheranno che l’esecutivo mantenga gli impegni e rispetti il potere legislativo del Parlamento.

La Rete Italiana Disarmo rivendica inoltre la paternità dell’obbiettivo raggiunto quest’oggi. Grazie a mobilitazioni che durano da anni e che hanno informato i cittadini italiani sull’esistenza del programma di acquisto e sui problemi manifestatisi, ma grazie anche all’ultimo appello sottoscritto da personalità come Alex Zanotelli, Roberto Saviano, Ascanio Celestini, Toni Servillo, Alice Rorhwacher, Stefano Benni e altri, il Parlamento ha preso coraggio ed ha deciso di tornare ad esercitare il proprio potere.

L’obiettivo finale, però, rimane la cancellazione totale del programma e, più in generale, la rivisitazione di tutte le spesi militare dell’Italia. Un obiettivo che appare piuttosto ambizioso, viste soprattutto le tensioni internazionali e i conflitti che già si registrano in Ucraina o contro l’Isis.
“Noi non abbiamo detto che non vogliamo intervenire in quegli scenari – spiega Vignarca – Noi diciamo che intervenire con le armi è solo un modo per peggiorare quei conflitti ed è per questo che abbiamo elaborato proposte che recepiscono proposte della società civile di quei Paesi”.