Le principali guerre in corso nel mondo stanno subendo un allargamento o un’escalation. È questo il dato di fatto che riguarda tanto il conflitto tra Russia e Ucraina e quello in Medio Oriente.
Il primo da qualche settimana registra una fase nuova, con l’esercito ucraino che non combatte più solamente sul proprio territorio ma ha iniziato ad attaccare in Russia. Il secondo, iniziato in Palestina e concentratosi principalmente su Gaza, negli ultimi giorni si allargato al Libano e rischia di estendersi ancora di più, coinvolgendo l’Iran.

Per comprendere quali prospettive e quali rischi corre il mondo rispetto a questi due conflitti, qual è il ruolo o la posizione dell’Occidente, Usa e Ue in primis, ma anche per capire se lo scenario che dovremo fronteggiare è quello di una guerra totale, approfondiamo ciò che accade grazie a due esperti: Francesco Strazzari, docente di relazioni internazionali alla Sant’Anna di Pisa e Giuseppe Acconcia, docente di Geopolitica del Medio Oriente all’Università di Padova.

Guerra Russia-Ucraina: le mosse dell’Europa

La settimana scorsa il Parlamento europeo ha di fatto approvato l’utilizzo delle forniture militari europee all’Ucraina in territorio russo. Un provvedimento che ha immediatamente provocato la reazione di Mosca, che per l’ennesima volta dall’inizio del conflitto ha evocato le armi nucleari.
Più che la decisione di Strasburgo, il cui ruolo è scarsamente strategico e superato dai fatti, Strazzari invita ad accendere i riflettori sulla nomina – a dire il vero una vera e propria creazione voluta dalla presidente Ursula von der Leyen – di un commissario europeo alla Difesa, carica andata al lituano Andrius Kubilius, considerato un falco anti-Putin. Una mossa che, per Strazzari, condiziona la strada verso la riforma della difesa comune.

ASCOLTA L’INTERVISTA A FRANCESCO STRAZZARI:

Medio Oriente, l’allargamento del conflitto al Libano e i rischi del coinvolgimento dell’Iran

Sempre la settimana scorsa anche il conflitto in Medio Oriente, in particolare l’assedio di Israele a Gaza, ha registrato un cambio di passo. Gli attacchi cyberterroristici ai cercapersone di Hezbollah in Libano hanno di fatto inaugurato un allargamento del conflitto, che negli ultimi giorni si è apertamente trasformato in raid israeliani in territorio libanese.
La teoria alla base della strategia israeliana è quella della “escalation per la de-escalation”, cioè un’intensificazione del conflitto per farlo scemare.
Gli equilibri regionali, però, sono molto delicati e, osserva Acconcia, il rischio concreto, dopo le avvisaglie dei mesi scorsi, è il coinvolgimento dell’Iran nel conflitto.

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