Il programma di sabato 30 novembre del Festival La Violenza Illustrata, in corso dal 25 novembre, prevede una tavola rotonda al Pop Up Cinema Arlecchino a partire dalle 9.00. L’iniziativa lancia il messaggio “Insieme è meglio: educare alla diversità” e prevede la proiezione del documentario “Amplificadas” di Sonia Bertotti e Veronica Facchini e del corto “Una questione di principio“. La tavola rotonda sarà moderata da Daniela Tatti, psicologa della Casa delle donne e vedrà la partecipazione di varie realtà impegnate nell’educazione alle differenze.

Una tavola rotonda e la proiezione di Amplificadas per educare alla diversità

È un incontro rivolto a tutta la comunità educante quello che andrà in scena il 30 novembre al Pop Up Cinema Arlecchino all’interno del festival La Violenza Illustrata. A intervenire alla tavola rotonda saranno presenti Serena Panico, psicologa e psicoterapeuta Casa delle donne, la collega Sara Rizzetto, Cristina Gamberi, assegnista di ricerca presso l’Università di Bologna, Programme Coordinator del Master Europeo in Women’s and Gender Studies GEMMA e coordinatrice di NoiNo.org, l’educatrice, attivista queer e formatrice del gruppo Scuola e formazione del Cassero lgbtqi+ center Irene Pasini, Samanta Picciaiola, insegnante e formatrice nell’ambito dell’educazione alle differenze, al consenso e alla sessuoaffettività nelle scuole, Federica Scrollini, operatrice antiviolenza e socia della coop Be Free e infine Sonia Bertotti e Veronica Facchini, filmmaker e insegnanti e co-fondatrici del collettivo Loba Manada Audiovisual.

Al centro dell’incontro il linguaggio inclusivo, le discriminazioni e il ruolo delle operatrici nelle scuole.
Oltre al corto “Una questione di principio”, realizzato in collaborazione con il Liceo Artistico Arcangeli, verrà proiettato il documentario argentino “Amplificadas”, un progetto sociale senza scopo di lucro. Bertotti e Facchini raccontano della realtà “Chicas Amplificadas”, un rock camp dove bambine, bambini e adolescenti creano una band componendo una canzone che suoneranno dal vivo in un vero e proprio concerto. In questa narrazione diverse musiciste conquistano uno spazio salendo sul palco del festival Dilda. L’intento è rafforzare la stima di sé delle partecipanti, favorire la creazione collettiva e promuovere il pensiero critico e il rispetto delle diversità.

L’iniziativa ragiona sugli stumenti di prevenenzione della violenza di genere. L’obiettivo è quello di affrontare la tematica alla radice.
«È necessario educare sia il maschile che il femminile a una visione più libera dei propri ruoli per prevenire la violenza di genere – spiega Tatti ai nostri microfoni – Purtroppo non ci troviamo in un mondo ideale, quindi è fondamentale avere anche la possibilità di proteggersi, i Centri Antiviolenza nascono con questo duplice scopo».

I progetti di educazione alla diversità della Casa delle Donne incontrano sempre grande disponibilità delle istituzioni scolastiche del territorio. «È da tantissimi anni che promuoviamo laboratori di sensibilizzazione all’interno delle classi o nelle più ampie cornici delle assemblee d’istituto, e devo dire che c’è un buono scambio, un buon riscontro sul territorio, con più o meno difficoltà relative ai fondi», osserva la psicologa.

E per quanto concerne la ricettività delle ragazze e dei ragazzi, «nel tempo ho visto dei cambiamenti, ragazzi e ragazze molto più informate, anche se con una differenza all’interno dei diversi contesti scolastici, perché ci sono luoghi in cui ancora se ne parla molto poco, in cui gli stereotipi e alcune tolleranze rispetto alla violenza di genere sono molto più radicati – racconta Tatti – Però, nonostante ci siano grande impegno, grandi interrogativi rispetto al tema del genere, cosa che dieci-vent’anni fa non c’era, bisogna ancora lavorare tanto sulla sfera emotiva, perché i ragazzi sono magari molto competenti sull’aspetto cognitivo, ma nella pratica di tutti i giorni qualcosa ti può sfuggire, quindi è importante educare a un pensiero critico».

ASCOLTA L’INTERVISTA A DANIELA TATTI: