Parte la seconda edizione del Nuovo Forno del Pane, il progetto nato al MAMbo nel 2020 durante la pandemia Covid-19 con l’obiettivo di sostenere gli artisti ed offrire loro uno spazio di produzione. Il progetto Nuovo Forno del Pane Outdoor Edition, sviluppato su iniziativa del Comune e della Città metropolitana di Bologna, si apre al raggio più ampio dei sei Distretti culturali del territorio. Sono sei gli artisti che si insedieranno nelle sedi dei sei Distretti culturali dell’area metropolitana di Bologna dove potranno risiedere e lavorare fino al 30 giugno 2023.

Il Nuovo Forno del Pane si estende verso nuovi territori

Come afferma Lorenzo Balbi, direttore del MAMbo e curatore del progetto: «un museo non può fare a meno di avere anche un ruolo nel sostegno della produzione della carriera degli artisti; deve essere anche un centro di formazione, di educazione e di scambio per gli artisti». Nella seconda edizione il progetto vuole infatti valorizzare le ricerche artistiche più contemporanee e divenire il connettore tra i centri di produzione culturale e di residenza già attivi sul territorio metropolitano. «è importante che il museo non solo si accorgi di queste realtà ma che soprattutto interagisca con esse». Il Nuovo Forno del Pane invade la Città metropolitana di Bologna e come ci racconta Elena di Gioia, delegata alla Cultura di Bologna e Città metropolitana: «attraverso una nuova linea di politica culturale vogliamo segnare un’immagine forte: la Città metropolitana come città culturale ed artistica allargata e diffusa sul territorio che possa diventare l’occasione di ricerca artistica, di studio, di lavoro per giovani artisti ed artiste».

I sei artisti selezionati si stanno insediando nelle rispettive sedi dei sei Distretti culturali dell’area metropolitana di Bologna: Lorena Bucur per il Distretto culturale situato a San Giovanni in Persiceto; Beatrice Favaretto per il distretto di Casalecchio di Reno; Valentina Furian per il distretto a San Lazzaro di Savena; Giorgia Lolli per il distretto a Budrio; Lorenzo Modica per il distretto culturale Appennino Bolognese e infine Davide Sgambaro per il Distretto culturale Imolese. Gli artisti sono stati prescelti sulla base della documentazione presentata, tenendo particolarmente conto del loro portfolio e della loro idea progettuale. Come ci racconta Lorenzo Balbi: «abbiamo lanciato un invito pubblico e alla sua chiusura sono stati selezionati 6 artisti tra le oltre 120 candidature arrivate». Elena Di Gioia aggiunge: «ora che non c’è più la crisi della pandemia c’è la volontà di rilancio sulle artiste e sugli artisti e di connotare la nostra città metropolitana come un grande incubatore creativo». Gli artisti ed artiste risiederanno nei distretti partendo con un budget di avvio a sostegno della loro ricerca artistica ed avranno la possibilità di lavorare e di interagire con il territorio conoscendo i servizi dei sei Distretti culturali. Le loro opere e i loro progetti sia individuali che condivisi resteranno inoltre di loro proprietà.

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