È stato un vero e proprio siparietto quello registratosi ieri alla Camera durante la Giornata Mondiale contro le droghe. A tenere banco è stato il botta e risposta tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il deputato di Più Europa Riccardo Magi.
Nella sua replica al parlamentare, in particolare, Meloni ha snocciolato tutta una serie di informazioni distorte, se non vere e proprie bugie, sull’uso di sostanze stupefacenti che riportano l’Italia indietro di decenni.

Droghe, bugie e disinformazione di Meloni

«La droga fa male sempre e comunque. Le droghe fanno male tutte, non esistono distinzioni, chi dice una cosa diversa dice una menzogna», ha detto la premier, che poi ha riproposto la ricetta del suo governo come solutore dei problemi: «Fin quando ci sarà questo governo è finita la stagione del disinteresse. Il messaggio che vogliamo lanciare oggi è che lo Stato intende fare la sua parte per combattere un fenomeno che è fuori controllo».
In altre parole, in Italia ci sarebbe un lassismo nei confronti delle droghe, ma il pugno di ferro della destra cambierà le cose.

Ai nostri microfoni Leonardo Fiorentini, segretario del Forum Droghe, demistifica punto per punto le parole di Meloni, a partire dal presunto lassismo.
«Nella mattinata di ieri abbiamo presentato la 14^ edizione del Libro bianco sulle droghe – racconta Fiorentini – da cui emerge che la quantità di persone detenute in Italia a causa delle droghe è doppia rispetto alla media europea, parliamo del 34% contro il 18%. Addirittura è più alta anche di quella russa, dove la legislazione è molto rigida, ma i detenuti sono il 29%».
Non solo: dal 1990 ad oggi sono 1,4 milioni le persone segnalate per uso di sostanze, di cui un milione per cannabis.

C’è poi il nodo dell’equiparazione delle sostanze, il «tutte le droghe sono uguali», che è un vecchio cavallo di battaglia della destra. Una teoria che ha molto dell’ideologico e nulla dello scientifico, come dimostra una ricca letteratura accademica.
«Da quarant’anni le evidenze scientifiche dimostrano che non esistono droghe di passaggio – osserva Fiorentini – e se è vero che chi usa sostanze pesanti in precedenza può aver utilizzato cannabis, non è vero il contrario, cioè che chi usa cannabis poi passa a sostanze pesanti. Se questa logica avesse un senso, e non ce l’ha, allora bisognerebbe mettere fuori legge subito tabacco e alcool, a cui le persone hanno accesso». E per Meloni, fumatrice non astemia, sarebbe una bella contraddizione.

Oltre che dal punto di vista scientifico, l’equiparazione di tutte le droghe crea altri danni, come dimostra la storia della legge che ha equiparato le sostanze dal punto di vista penale: la legge Fini-Giovanardi. «L’unico punto di contatto che c’è tra sostanze leggere e sostanze pesanti è lo spacciatore – sottolinea Fiorentini – Se prima della legge, che dal 2006 al 2014 ha riempito le carceri italiane, il mercato della cannabis e quello delle sostanze pesanti erano separati, da quel momento si è potuto trovare le diverse sostanze nello stesso luogo».
La sentenza che ha dichiarato incostituzionale la legge Fini-Giovanardi risale al 2014, ma il rischio è che in qualche modo venga rianimata. Uno degli estensori di quel testo, infatti, è Alfredo Mantovano, attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega in materia di politiche antidroga.

Lo show di Meloni a Montecitorio, infine, sembra essere stato architettato per un’operazione propagandistica. Gli esperti chiamati ad intervenire all’evento della Giornata mondiale contro le droghe sono stati solo due lobbisti statunitensi, Kevin Sabet e Luke Nisforatos, rispettivamente presidente e vicepresidente di Smart Approaches to Marijuana. Due personaggi stranieri e controversi a cui è stato dato il palco, mentre allo stesso Fiorentini, segretario del Forum Droghe, è stato addirittura negato l’accredito.

ASCOLTA L’INTERVISTA A LEONARDO FIORENTINI: